«Non è tanto chi sei, quanto quello che fai che ti qualifica». La citazione cinematografica ci sta se si parla di chi potrebbe avere un mantello e una maschera e si spende in aiuto dei più deboli. L'Italia che vince alle Paralimpiadi di Tokyo ha in sé dei connotati eroici, ma uscendo dalla buona retorica la compagine è un modello per un concetto molto semplice: arrendersi non è un'opzione. La Nazionale a Tokyo continua a stupire e ad acquisire credito al punto che la sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali ha piazzato una stoccata come ai bei tempi in pedana: «L'Italia è un modello da seguire per tutto il movimento paralimpico internazionale». E quindi la compagine che rivendica con forza l'idea della "second life" sta convincendo i più scettici. Non a caso Vezzali ha anche aggiunto: «Questi ragazzi meritano un'attenzione ancora più ampia e, se sono qui, è proprio per dimostrare la reale vicinanza del Governo. E lo dimostreremo anche nelle sedi opportune!».
Segnali di vicinanza che tra gli atleti già stanno arrivando nel loro darsi agonistico. Una spedizione che, finora, ha vissuto nelle imprese dello squadrone del nuoto. Eccezionale la formazione del DT Riccardo Vernole: 4 ori, 4 argenti e 3 bronzi sono il bottino in due giorni di gare. Undici medaglie dal peso specifico assoluto: ieri 2 ori, 3 argenti e 1 bronzo. Un riscontro che ha proiettato la selezione del Bel Paese in sesta posizione nel medagliere complessivo e in vetta in quello specifico del nuoto. Le aspettative erano importanti, citando i riscontri nei Mondiali 2019 a Londra e negli Europei 2021 in Portogallo in cui il Bel Paese aveva primeggiato.
A dare il via alle danze è stato chi aveva concluso il giorno prima, ovvero Francesco Bocciardo. Il ragazzo d'oro di queste Paralimpiadi, dopo aver dominato la scena nei 200 stile libero S5, ha replicato nelle due vasche (100 sl S5) e l'ha fatto attuando una rimonta notevolissima che gli ha permesso di precedere il cinese Wang e il brasiliano De Farias Dias: «Non svegliatemi da questo sogno», le sue parole. Il bis dorato è stato quello di Stefano Raimondi: l'atleta veneto aveva voglia di riscattarsi dopo il quarto posto nei 50 sl S10. L'oro nei 100 rana SB9 è stata un assolo in cui la rabbia di 24 ore prima si è tramutata in benzina per la vittoria assoluta: «Dietro questa medaglia c'è tanto. Anni di sacrifici da parte mia, della mia famiglia, il mio ex allenatore Giancarlo, di tutti coloro che mi hanno aiutato e della mia fidanzata Giulia Terzi».
Quella Giulia Terzi che, nella staffetta 4x50 stile libero mista, si è tinta d'argento come Carlotta Gilli nei 100 dorso S13 e Luigi Beggiato nei 100 stile libero S4. Il tutto completato dal bronzo della riconferma di Monica Boggioni nei 100 sl S5 dopo quello dei 200 sl. Un'Italia che ha le ali quindi e vuol dare l'esempio.
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