L'insostenibile attrazione inglese per la sconfitta in Francia ha prodotto la più grande umiliazione sportiva di sempre. Non solo il calcio, piange tutto lo sport di Sua maestà dopo la disfatta dei Tre Leoni. Per ritrovare una delusione di simili proporzioni bisogna riposizionare le lancette della storia al 1950, mondiali in Brasile: l'Inghilterra perde contro gli Stati Uniti, all'epoca ancor più irrilevanti di oggi, e i giocatori rientrano in patria nella vergogna. Come ieri, sbarcati a capo chino, a Heathrow.
L'illusione è durata pochissimo, giusto il tempo di una partita. La prima, pareggiata contro la Russia. La sconfitta contro il Galles è stato il fatidico campanello d'allarme non ascoltato. L'Islanda da lunedì sera è la loro Corea. L'ignominia che accompagnerà i Tre Leoni per decenni. Non che gli inglesi coltivassero chissà quali ambizioni, nonostante le dieci vittorie in altrettanti incontri nelle qualificazioni. Ma l'impari confronto numerico tra i due movimenti calcistici risulta inaccettabile nei commenti del giorno dopo. Con toni che spaziano dall'offensivo al sarcastico. «Abbiamo perso contro una nazione che ha più vulcani che calciatori», ha sorriso amaro l'ex Gary Lineker. Una squadra «di cretini di ghiaccio», la rabbiosa apertura del tabloid Sun. Tutti sotto-accusa, a cominciare dal Ct Roy Hodgson, dimessosi 20' dopo l'eliminazione anticipata. Precedendo il licenziamento che in ogni caso gli avrebbe recapitato la Fa: l'obiettivo minimo erano i quarti di finale dopo la figuraccia rimediata in Brasile, dove i Tre Leoni erano usciti (a braccetto con l'Italia) senza vincere una partita. Assenza di un piano B, scarso carisma, incapacità di trasmettere una mentalità vincente, le accuse mosse all'ormai ex selezionatore, che però ha avuto il merito di svecchiare la nazionale dopo l'uscita di scena dei vari Beckham, Lampard e Gerrard. Hodgson ha pescato tra la meglio gioventù della Premier League, ma non può essergli imputata la sopravvalutazione delle presunte stelle, dal portiere Joe Hart a Wayne Rooney, da Raheem Sterling, l'inglese più pagato di sempre, fino a Harry Kane, capocannoniere della Premier League nelle ultime due stagioni, zero gol a Euro 2016.
Un fiasco totale, «la sconfitta più umiliante nella storia dell'Inghilterra», commenta il Times, «ancor più deludente - secondo il Guardian - perché si vedeva che stava per compiersi». Insomma, è Breexit, titola il Mirror. Pochi giorni dopo il voto che sancisce il divorzio dall'Europa, l'Inghilterra esce dall'Europeo. Ma se l'addio di Hodgson è «una buona liberazione», il nome del prossimo selezionatore è un rebus inestricabile. L'attuale Ct dell'Under 21 Gareth Southgate appare il favorito, le possibili alternative Alan Pardew del Crystal Palace, e il 38/enne Eddie Howe del Bournemouth, mentre la sorpresa potrebbe essere l'ex Liverpool Brendan Rodgers. Priva di fondamento viceversa la candidatura di Gianni De Biasi, rilanciata dall'Italia.
Ma, a prescindere dal nome, una cosa è certa: il nuovo ct troverà solo macerie. E avrà pochissimo tempo, perché già il 4 settembre l'Inghilterra tornerà in campo, in Slovacchia, primo impegno per le qualificazioni ai mondiali in Russia.
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