Il Milan riapre la casa. Tra tabù e tifosi trova il fantasma Gigio

Striscioni di insulti e minacce a Donnarumma. Il silenzio di Pioli e l'imbarazzo della società

Il Milan riapre la casa. Tra tabù e tifosi trova il fantasma Gigio

C'è il primo esaurito (al 50%) della stagione per il Milan (32 mila biglietti venduti, a 37 mila si chiudono i botteghini), c'è il sostegno dei curvaioli arrivati a Milanello per incitare il gruppo e rivolgere a Kessie una sorta di appello-preghiera («Presidente, firma» gli hanno gridato a più riprese). Ma non sono soltanto rose e fiori. Ci sono anche le spine. E cioè un paio di striscioni, uno offensivo per Donnarumma e Leonardo accumunati oggi dallo stesso destino nel Psg, l'altro addirittura minaccioso nei confronti di Gigio. Sono stati affissi ai cancelli esterni del centro e subito rimossi ma hanno fatto egualmente in tempo a completare il giro del web e a procurare la grana del sabato mattino. Stefano Pioli, in conferenza-stampa, ha avvertito subito che non avrebbe risposto a domande sull'argomento, imitato dal club che ha deciso di prendere ufficialmente le distanze stasera con l'intervento in tv di Paolo Maldini, già autore nei confronti di Gigio di un giudizio scandito da grande tenerezza e rispetto per il figliol prodigo volato a Parigi. Evidente l'imbarazzo e la voglia di non rovinare il clima di amorosi sensi con la curva che si è riconciliata con l'ex capitano 48 ore dopo la conquista della Champions al culmine di un lunghissimo periodo di gelo assoluto.

C'è il primo esaurito della nuova stagione e nello stesso tempo il primo esorcismo per ricacciare indietro quell'indigesto pari domestico col Cagliari a due turni dal traguardo e le difficoltà più volte tradite nelle sfide di San Siro. «Sarà difficile ripetere la stessa marcia fuori casa, perciò dobbiamo migliorare quella interna» la teoria di Pioli. Oggi come allora, il limite di questo Milan è sempre lo stesso («fare meglio nell'ultimo quarto di campo») e nel frattempo, proprio in quel settore, Pioli non ha ricevuto ancora i rinforzi promessi. Perché Calhanoglu è ancora senza sostituti a poche ore dal gong del calcio-mercato, Florenzi - con Castillejo in organico - è più l'alternativa a Calabria e perché della folla di profili abbinati al club (da Ilicic, tra i primi, al messicano Corona del Porto) non c'è ancora una traccia ben definita e attendibile. «Ho già giocatori di qualità» è la frase con la quale Pioli si schiera dalla parte della proprietà e dell'area tecnica. La verità storica è che al momento c'è solo Brahim Diaz in quel ruolo, migliorato d'accordo e alle spalle un altro rincalzo, Krunic al quale il tecnico affida l'etichetta di titolare forse in riconoscenza più della dedizione a ricoprire più ruoli che per rendimento sopraffino. A Marassi, tanto per citare l'ultimo episodio, davanti alla porta ha ciccato un pallone facile facile per il raddoppio nel primo tempo.

In attesa di completare quindi l'allestimento (Bakayoko è arrivato ieri sera, oggi visite e firme), la missione che Pioli affida ai suoi è quella di emozionare San Siro puntando sul sostegno appunto del pubblico col quale nel passato torneo, da remoto, «si è creata una magia».

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