Il primo pensiero della maglia gialla, poco prima di tagliare il traguardo a La Planche des belles Filles, va alla figlia Emma, nata qualche mese fa:
"Mia moglie mi dice che quando sono in tv mi guarda con gli occhi spalancati".
E così a lei è dedicato il successo che lancia definitivamente in vetta alla "Grande Boucle" il capitano dell'Astana. La vittoria è stata netta e meritata, alla fine di un'altra tappa in cui non sono mancate le cadute. Prima Contador e poi Scarponi sono finiti a terra.
Nibali ha visto da vicino entrambi gli episodi:
"Mi spiace per Contador, ero due posizioni davanti a lui, poi ci ha superato ed è caduto a oltre 65 orari. C'è stata un po' di paura".
Sono stati attimi di tensione, per capire cosa fare: aspettare lo Spagnolo o proseguire? Il comportamento di Nibali e degli altri uomini di alta classifica è stato ineccepibile:
"Ho parlato con Porte e abbiamo deciso di rallentare un attimo"- spiega la maglia gialla -"poi siamo ripartiti, anche perché davanti c'era Kwiatkowski e non potevamo concedergli troppo margine".
Poco dopo giunge la notizia che Contador è fuori, ritirato con una frattura alla tibia:
"Insieme avremmo potuto dare un grande spettacolo"- dice Nibali, rendendo omaggio al rivale -"purtroppo così sono le corse".
Paura anche per la caduta del compagno Scarponi: "Il volo è stato incredibile, per fortuna non si è fatto niente". Prodigioso il recupero dell'Abruzzese, che dopo esser finito fuori strada è riuscito a riportarsi sul gruppo dei migliori e ad aiutare Nibali sulla salita finale.
"Abbiamo fatto un bellissimo lavoro"- è il commento del Siciliano -"e ci siamo consumati. Ora ci vuole proprio un giorno di riposo!".
Felicità anche nelle parole del general manager Astana, Vinokourov, che prima però rivolge un pensiero a Contador (fra l'altro suo compagno di team nel 2010): "È un peccato che debba ritirarsi". Poi solo parole dolci per Nibali, dopo le critiche di due mesi fa:
538em;">"Siamo molto felici, è stata una bella giornata". Per raffreddare gli entusiasmi e mantenere i piedi per terra, il boss kazako ammonisce: "Non dobbiamo cantare vittoria. La strada verso Parigi è ancora lunga".
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