Milano Stasera comincia per il Milan un viaggio speciale che lo porta (in aereo per evitare il traffico pasquale) a Firenze nella bolgia dolente di uno stadio esaurito per testimoniare l'affetto dopo la perdita di Joe Barone. «I tifosi viola sono fantastici, per noi la partita sarà ancora più difficile» racconta Stefano Pioli alle prese col periodo decisivo della stagione. Deciderà - parole di Giorgio Furlani - del suo futuro e complessivamente del suo quinquennio rossonero che ha davanti 10 partite di campionato e 2 di Europa league (contro la Roma), il traguardo forse più prezioso da centrare, anche il più complicato a dire il vero. L'altro, non detto, è quello di incassare il maggior numero di punti nelle prossime tre sfide (Fiorentina, Lecce e Sassuolo) così da arrivare al derby di ritorno con un distacco inferiore agli attuali 14 punti e impedire all'Inter di avere la quota matematica per festeggiare lo scudetto lunedì 22 aprile. «I 14 punti attuali di distacco da Inzaghi sono reali, c'è mancata qualche vittoria, negli ultimi due-tre mesi ci siamo avvicinati alla loro marcia» spiega ancora Pioli che ha un altro tabù da esorcizzare e riguarda proprio la sua Firenze. Fin qui per lui, al netto del successo nel 2021, in quella città dai ricordi struggenti (la tragedia Davide Astori, ndr) ha sempre patito sconfitta o racimolato un modesto pareggio specie al cospetto di Italiano con l'aggiunta poi di un altro fattore, l'assenza di Theo Hernandez, per squalifica, coincide quasi sempre (2 soli successi in 10 precedenti) con un risultato negativo.
Per tutti questi motivi, l'attenzione di queste ultime ore a Milanello dopo la sosta per nazionali è molto alta. I precedenti in materia (2 sconfitte, 1 vittoria) sono stati al centro delle valutazioni durante l'ultima settimana di lavoro. «Per fortuna questa volta abbiamo avuto calciatori tornati in buone condizioni e che hanno lavorato bene» la sintesi di Stefano Pioli intervenuto poi su altri due argomenti di grande attualità. Sul primo - tema razzismo - nessun giudizio del caso Acerbi-Juan Jesus - ma un invito perentorio: «Non conosco i fatti e non giudico, dico solo che è ora di smetterla». Sul secondo, dissidio a distanza con un milanista doc, Pupi Avati, che aveva minacciato di «tifare contro il Milan fino a quando ci sarà Pioli perché non è stato riconoscente nei confronti di Paolo Maldini», è intervenuta una riappacificazione in diretta.
Pioli in conferenza ha raccontato la realtà («si sbaglia di grosso Pupi Avati, io ho lavorato bene con Paolo e ho con lui ottimi rapporti»), il regista bolognese ha rettificato al volo («se le cose stanno così, torno a tifare Milan e sono contento per Pioli»). Fine del contenzioso.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.