In pista per fare sfogare la 718

Emozioni e sensazioni al volante della super sportiva

di Nicola Ciniero

Durante il lancio della 718, Porsche ha richiamato il mitico modello degli anni '50 che ha mietuto allori su quasi tutti i circuiti e col quale si è fatta un nome negli Usa. Leggerezza, precisione di guida, tenuta di strada e motore boxer a 4 cilindri erano le prerogative che la facevano amare a tanti piloti. Questo modello è un progetto interamente nuovo rispetto alla precedente versione Boxster, non solo in quanto non adotta più il flat six per motivi di rispetto delle norme anti pollution, ma soprattutto perché entra in un segmento preciso dove rivaleggia con auto tipo Lotus Elise o Alfa 4C.

Ho percorso 1.000 km, inclusi una ventina di giri in pista ad Adria (Rovigo). La macchina è la versione base col motore 2.0 da 300 cv, cambio Pdk cerchi da 20, servosterzo plus e pacchetto Sport Chrono. Il colore è meraviglioso, quello che si chiama gesso, un grigio pastello di una eleganza senza tempo. Partiamo dal motore: 4 cilindri piatto turbo a iniezione diretta, Variocam plus e lubrificazione a carter secco. Un vero mostro di efficienza energetica, 300 cv con una coppia di 380 Nm che spinge forte già a 2.000 giri. È piazzato in posizione centrale. Sulla versione provata è accoppiato al micidiale cambio a doppia frizione Pdk a 7 rapporti che gli consente una accelerazione da 0 a 100 in 4,9 e una velocità massima di 275 km/h.

Il telaio è un mostro di rigidità che non fa rimpiangere il carbonio, e utilizza una grande percentuale di alluminio. Sospensioni in lega leggera, dischi autoventilati con pinze a 4 pistoncini il tutto per un peso di 1.350 kg. Si parte. La prima sensazione con il settaggio «Normale» è di grande comfort di guida, ottimo l'assorbimento delle asperità nonostante i cerchi da 20. L'accoppiata col cambio PDK, che rasenta la vera perfezione, permette di concentrarsi sul piacere di guida. Insomma, un set up col quale si possono effettuare anche lunghi trasferimenti con grande comfort. I due vani bagagli sono capienti. Da migliorare la sonorità del motore sopra i 130 km/h e obbligatorio scegliere, tra gli optional, il serbatoio maggiorato. Uno spider a due posti secchi con il comfort di una berlina non è proprio facile da trovare.

Il pacchetto «Sport Chrono» prevede, inoltre, la possibilità di selezionare tre diversi set up: «Sport», che influisce sulla centralina del motore rendendolo più reattivo insieme a un assetto più sportivo e dinamico; «Sport plus», ancora più spinto; con il cambio Pdk, infine, è possibile abbinare le funzioni «launch control» che permette di avere per una ventina di secondi una sorta di overboost di disponibiltà immediata di potenza. Adria è un circuito disegnato col compasso. Non è un tracciato veloce, ma mette in crisi facilmente assetto e freni. Con le Michelin di serie lasciate a pressione standard, considerato il freddo, parto in «Sport plus». Il motore urla, le cambiate avvengono fulminee. Arrivo in un attimo al primo curvone a sinistra: ritardo la frenata al massimo, inserendo largo, per vedere cosa combina l'assetto nel rapido trasferimento di carico. La 718 sta piantata sui binari, non ho ancora rialleneato completamento lo sterzo e apro deciso per valutare bene la motricità: niente, le marce salgono furiose e, in attimo, sono a una frenata impegnativa per entrare alla terza curva a sinistra, stretta, e con l'uscita che allarga a tradimento. Sono in terza, anticipo il punto di corda. Con una leggerissimo tocco di sterzo mi sposto bene a sinistra per preparare il tornante secco a destra. Freno col muso già inserito; sono in seconda, mi aspetto una smusata di sottosterzo, invece la vettura sta lì. Accelero cattivo, sento l'elettronica che interviene, ma non è invasiva; non faccio in tempo a vedere la quinta, che ne devo scalare due per entrare in una serie bellissima di curve e controcurve che affronto in quarta, tanta è la coppia a disposizione. Arrivo al penultimo tornantone: frenata decisa un po' anticipata, entro in terza sacrificando un po' l'ingresso, ma appena vedo l'uscita riallineo per arrivare al tornante di ingresso al rettilineo che effettuo in terza, prendendomi tutto lo spazio in uscita.

Conclusioni: la Porsche 718 è una macchina molto ben progettata e costruita, ma soprattutto bilanciata in modo fantastico. Inoltre, stabilisce un nuovo standard di riferimento in un segmento che inizia ad affollarsi di vetture sempre più prestazionali, ma che devono sempre sacrificare qualcosa per eccellere. Qui, invece, c'è tutto insieme.

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