Le Olimpiadi dell'emergenza e delle preoccupazioni. Il conto alla rovescia sta per scadere e il 23 luglio ci sarà il via alle danze a Tokyo, ma il nemico invisibile, il Covid, bussa alle porte di chi è lì in Giappone per realizzare un sogno. Le valutazioni sono le più disparate e ci si divide tra il partito degli allarmisti e quello dei minimizzatori, ma alla fine della fiera il problema c'è e non si può ignorare. Del resto lo si era intuito il 12 luglio quando si preannunciava a Tokyo il quarto stato di emergenza, con restrizioni riguardanti ristoranti, bar e attività costrette a chiudere entro un orario preciso: le 19.00 per la quasi totalità, esclusi i ristoranti la cui chiusura è stata disposta alle 20.00. Okynawa, Chiba, Saitama, Kanagawa e Osaka sono state le altre prefetture in cui lo status emergenziale è stato varato con validità fino al 22 agosto.
Per questa ragione, i 15 casi positivi riscontrati tra le persone legate in vari modi ai Giochi hanno alimentato la paura e la contrarietà di un'opinione pubblica che a più riprese ha espresso riluttanza rispetto alla rassegna a Cinque Cerchi. In tutto il Giappone l'aumento dei casi positivi è pari a 3432, secondo le ultime rilevazioni, mentre nella capitale nipponica è di 1410. Era dal 21 gennaio (1485 casi) che non si raggiungevano valori così importanti. Il tutto va valutato in un contesto nel quale la diffusione della campagna vaccinale è pari solo al 20,37% (doppia dose). Il presidente del Cio Thomas Bach, però, ha cercato di stemperare la tensione, parlando di tasso percentuale molto basso in merito ai positivi strettamente connessi alle Olimpiadi, visto che si parla di 15 unità su 15000 persone in totale. Da questo punto di vista, Bach ai giornalisti ha dichiarato: «Vorrei chiedere umilmente al popolo giapponese di accogliere e sostenere gli sportivi. Siamo consapevoli dello scetticismo di un certo numero di persone in questo Paese. Lo abbiamo appreso dai media. Continueremo a monitorare gli sviluppi legati al Covid e se le circostanze dovessero cambiare, allora ci incontreremo immediatamente per trarne le conseguenze». Il n°1 del Cio è dunque fiducioso di conquistare il pubblico giapponese, preoccupato per l'emergenza sanitaria, e sottolinea: «Le persone positive sono state immediatamente isolate e in questo modo non rappresentano alcun rischio per gli altri partecipanti o per la popolazione nipponica».
Tuttavia, tenuto conto del contesto molto particolare, è stata annullata l'amichevole tra le due squadre di basket dell'Italia e della Francia in Giappone per evitare che le delegazioni venissero a contatto. «Non conosco nei dettagli i motivi dell'annullamento della partita, ma è dipeso chiaramente dalla volontà delle autorità giapponesi di limitare al massimo i contatti fra le varie delegazioni, in modo da rassicurare la popolazione locale nel corso delle Olimpiadi», ha dichiarato il ct francese Vincent Collet. Nello stesso tempo, è stato annunciato che il membro Cio coreano Ryu è risultato positivo (primo caso dentro il villaggio olimpico), come il dirigente della delegazione della Nigeria ricoverato in ospedale a Tokyo con sintomi lievi.
A ciò va aggiunta anche la notizia del caso del portiere del Brasile Breno, non partito dopo l'ultima amichevole in Serbia per l'esito del test anti-Covid. In buona sostanza, le Olimpiadi della rinascita finora hanno più i crismi della paura.
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