Otto mesi dopo il Liverpool torna sul luogo del trionfo. Ricomincia la Champions e i Reds rimettono piede al Wanda Metropolitano di Madrid, teatro del successo in finale contro il Tottenham di Pochettino. Stavolta siamo agli ottavi, stasera c'è l'Atletico di Simeone e Klopp si aspetta una squadra formato Premier, imbattuta da 43 partite e che di questo passo potrebbe vincere il titolo già a fine marzo. Discorso diverso per la campagna europea. Salah e compagni non hanno ancora convinto fuori dai confini nazionali, rimediando una sconfitta e un pari contro il Napoli e vincendo solo di misura ad Anfield contro Salisburgo e Genk.
Missione continentale dichiarata anche per il Psg di Tuchel, forte dei 10 punti di vantaggio in campionato, ma reduce da tre eliminazioni di fila agli ottavi in Champions. Il tecnico tedesco ritrova oggi il Borussia Dortmund, allenato prima del trasloco in Francia, e deve convivere con le critiche legate alla gestione del settore giovanile da parte degli emiri del Qatar, che hanno messo le mani sul club nel 2011 e, oltre a spendere senza remore, hanno foraggiato di continuo un vivaio di prima qualità.
Il colmo è che nessuno dei talenti cresciuti a Parigi riesce poi a comporre la spina dorsale della squadra, senza nemmeno diventare una risorsa economica, come dimostrano gli addii a parametro zero dei vari Coman (ora al Bayern), Rabiot (Juve), Areola (Real Madrid) Guendouzi (Arsenal), Zagadou (Borussia Dortmund) e Moussa Dembélé (Lione).
Non è finita qui perché c'è un'altra lista e riguarda tutti quei giovani sacrificati sull'altare del Fair Play finanziario, per evitare una stangata dell'Uefa, come dimostra il caso Manchester City (ieri Guardiola ha ribadito di voler rimanere a prescindere da dove il club inglese giocherà nella prossima stagione).
Nelle ultime sessioni di mercato, giovani talentuosi formati in casa hanno fruttato ai parigini quasi 100 milioni di euro, frutto delle cessioni di Augustin e Nkunku (adesso al Lipsia), Ikoné e Weah jr.
(Lille), Nsoki (Nizza), Zagre (Monaco), Diaby (Bayer Leverkusen) ed Edouard (Celtic).
Presto potrebbero partire anche i promettenti Dagba, Soh e Aouchiche mentre nelle rotazioni di Tuchel ci sono solo due giovani cresciuti in casa, Kimpembe e il classe 2002 Kouassi, tanto che il Psg ha la terza rosa più vecchia del campionato francese, con 27 anni di media (dietro solo ad Angers e Montpellier), ed è la più anziana anche tra quelle rimaste in corsa in Champions.Eppure il club destina ogni anno 15 milioni al settore giovanile, ha 22 osservatori in giro per il mondo e sta costruendo il nuovo centro di formazione a Poissy. Il futuro passa dai giovani. A patto di non mandarli via.
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