La redenzione è compiuta. Dopo due anni, e 76 reti con la maglia del Tottenham. Da capro-espiatorio del fallimento a Euro 2016 a capitano-trascinatore della campagna in Russia. Proprio quando sembrava scritto il destino di questa giovane Inghilterra, a due facce: bella e deludente. Fino al guizzo finale di Harry Kane che a tempo scaduto firma il gol che vale la vittoria contro la Tunisia nel debutto di Volvograd.
Un successo sofferto quanto meritato, alla luce di quanto prodotto dagli inglesi nel primo tempo. Meno dopo il black-out della ripresa. Una regressione che ha risvegliato paure e tabù evidentemente non ancora esorcizzati: l'eliminazione al primo turno in Brasile, la beffa europea subita dall'Islanda. Contro la Tunisia gli inglesi non hanno mai rischiato di perdere, anzi. Ma dopo un primo tempo incoraggiante, nella ripresa non hanno mai tirato in porta. Fino appunto alla deviazione volante di Kane, che così legittima l'investitura ricevuta dal Ct Southgate prima della partenza da Londra.
Il più giovane (24 anni) e inesperto (solo 25 presenze) capitano nella storia dell'Inghilterra.
Che aveva impiegato 11' per sbloccare il risultato. Con una zampata rabbiosa, dopo la prodezza di Hassen sull'incornata di Stones. Una rete, la quarta consecutiva con la maglia dei Tre Leoni, che illude la più inesperta Inghilterra dell'ultimo mezzo secolo (solo 248 caps tra gli 11 titolari).
Nei primi 45' gli inglesi hanno il solo torto di sprecare con la stessa immancabile puntualità con cui costruiscono palle-gol. Southgate schiera una formazione inedita quanto equilibrata, con un'unica punta di ruolo (Kane) sostenuta dai continui inserimenti di Sterling, Alli e Lingard. Che già dopo meno di 3' potrebbe portare avanti i suoi: con la punta del piede si salva in angolo Hassan (poi costretto ad uscire). Pressing e ritmi alti, la Tunisia subisce passiva, e solo di rado riesce ad uscire in palleggio dalla propria metà campo. Incapace di arginare le verticalizzazioni di prima di Henderson e compagni, in pieno controllo della partita. Fino a quando, poco dopo la mezz'ora, un gomito troppo alto di Walker su Fakhreddine Ben Youssef induce il colombiano Roldan a fischiare il rigore: dagli 11 metri Sassi ristabilisce la parità. Immeritata e fortunosa. Metabolizzata la delusione, l'Inghilterra riprende a macinare gioco e occasioni, ma Lingard è impreciso, Alli timoroso, Stones addirittura goffo. Solo così si preserva oltre l'intervallo il pari.
L'inerzia della ripresa è identica nelle intenzioni, non sul campo. La Tunisia si conferma attendista ai limiti del rinunciatario, l'Inghilterra monopolizza il possesso palla. Ma è più lenta e appannata rispetto alla prima frazione, soprattutto nell'ultimo passaggio. Finendo per ingarbugliarsi in un fraseggio contorto e senza sbocchi.
Complice l'affiorare della stanchezza e la frustrazione per l'occasione mancata, solo su calcio da fermo gli inglesi vanno alla conclusione (fuori misura). Ma proprio quando la speranza sembrava persa, Kane riaccende le ambizioni mondiali degli inglesi.
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