Galleria buia, immagini in bianco e nero, un bambino spaurito in mezzo alla strada. La batteria che batte e batte e batte il tempo. È rock, rock giusto. È il video, è la musica di Final Masquerade, sono i Linkin park, suonano le canzoni che danno benzina a Gabriele Detti, il Superman del nostro nuoto. 200, 400, 800, 1500. «Perché con la testa ogni giorno sott'acqua in vasca, nove km al mattino, nove al pomeriggio, io... io canto. Canto il loro rock che mi dà ritmo fino a che i neuroni non mi si fondono per la stanchezza. Perché, credimi: dopo 7 km di nuoto i neuroni non li hai più». 200, 400, 800, 1500. Gabriele è superman, il superman del nuoto azzurro, stile libero e fatica imprigionata nei muscoli che scoppiano. Agli Assoluti di aprile li ha nuotati tutti e quattro e vinti tre. Terzo crono mondiale dell'anno nei 400 e negli 800, persino nei 1500. Solo che lì non ha trionfato. Secondo. Perché lì è territorio del suo amico fraterno e il suo rivale eterno: Gregorio Greg Paltrinieri.
Gabriele, tu e Greg sembrate davvero amici. Rivali e amici. Com'è nata questa cosa?
«La rivalità o l'amicizia?».
La seconda... è più rara.
«È nata da ragazzini. A 17 anni siamo stati mandati entrambi al centro federale di Ostia. Un anno l'abbiamo addirittura trascorso in camera insieme... Condividi tutto. In gara siamo rivali, è un obbligo questo. Ma nella vita conta il resto. Ci conosciamo da sempre e col tempo scopri, capisci e valuti se una persona meriti o meno amicizia. Ed entrambi abbiamo deciso che, sì, ne valeva la pena. La veritá è che ci sproniamo. Poi, finito l'allenamento, birretta e aperitivo».
Come sarebbe a dire birretta? C'è l'Europeo, 200, 400, 800, 1500, superman... birretta?
«Ma sì, dopo 18 km di nuoto al giorno, e poi è quasi estate...».
L'anno scorso ti sei fermato per un problema fisico e Paltrinieri è definitivamente decollato. Come si gestisce questo... fra amici... fra rivali?
«Come risultato, adesso, ogni volta che gareggio, affronto la vasca arrabbiato; e questa rabbia mi dà altra carica per fare di più. Mi è bruciato troppo aver visto il Mondiale di Kazan da casa. Magari, forse, avrei potuto dire la mia in qualche gara... Per questo a Rio (disputerà 400 e 1500 e 4x200, gli 800 non ci sono, ndr) mi piacerebbe avere una piccola rivincita personale».
E i 200?
«Sarà difficile, sono insieme alle qualificazioni 1500, vediamo».
E a Londra, da lunedì?
«400, 800, 1500, staffetta 4x200, però non credo i 200 individuali».
Superman.
«Beh, i campionati vanno da lunedì a domenica, io gareggio da lunedì a sabato».
E battere un giorno Greg?
«Sui 1500 la vedo molto molto difficile».
Tu un 2015 disastrato, lui campione del mondo. Come si affronta una cosa simile?
«Avere in casa, vicino, un amico e un compagno come Greg è solo un incentivo. Pensi: lo voglio fare anche io. Pensi: posso farlo anche io. Pensi: devo farlo anche io. Ti faccio un esempio: con i guai fisici del 2015, mi ha aiutato moltissimo avere lui come riferimento. Vederlo andar bene mi spronava, mi dicevo dai riprenditi, allenati, che niente è impossibile...».
A furia di essere sempre in vasca rischi di diventare l'azzurro più ripreso in tv.
«Eh sì, l'obiettivo è proprio quello...».
Siete pure tutti belli. Tu, Dotto, Sabbioni, non è che la Federnuoto fa pure i casting?
«È il nuoto, tutto merito del nuoto che aiuta, scolpisce i muscoli, se poi hai la fortuna di avere gli addominali tirati...».
La Pellegrini portabandiera a Rio. Un vostro atleta a rappresentare l'Italia: extra motivazioni?
«Diciamo un incentivo. È stata la scelta più giusta visto che Federica è da tempo la miglior sportiva italiana».
Tu livornese, Allegri, Lippi, Spalletti, Sarri, Mazzarri, quanti toscani nello sport...
«Toscana caput mundi».
Avete pure vinto lo scudetto con il livornese Allegri...
«No, no ,no, un momento: non mi si può dire avete vinto lo scudetto... Io sono interista».
Nei 9 km al mattino e 9 al pomeriggio, oltre a cantare che si fa?
«Si pensa».
Che cosa?
«Non si può dire, sarebbe offensivo nei confronti dell'allenatore mio e di Greg...».
Ma se è tuo zio, Stefano Morini, il Moro, oggi il numero uno in Italia.
«Non pensare che ci siano favoritismi, anzi. Se c'è da fare una partaccia perché qualcosa non va, il primo a prendersela tutta addosso sono io perché nipote... Se poi è nervoso mi devo nascondere e se quel giorno non vado forte sono nella...».
Perché hai scelto il nuoto?
«Perché da piccino mi hanno buttato in acqua a 8 mesi».
E chi è stato quell'orco?
«Mi zio... il mio caro allenatore. Quando sono tornato a galla ho riso e lo zio subito: Bene, questo qui a nuotare... E la carriera è cominciata così».
A un ragazzino cosa diresti del nuoto?
«Che crea legami di vita, crea il carattere e te lo forma là sotto acqua, dove scopri che solo tu puoi aiutare te stesso».
Curiosità: e se lo zio non ti avesse buttato?
«Se non avesse avuto 'sta grande idea di gettarmi in acqua, adesso magari sarei calciatore e guadagnerei milioni di euro. Invece...». Invece Superman!
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