Londra Ultra-offensivo e sfrontato, il Liverpool sta scalando le graduatorie internazionali, con l'exploit di Mohamed Salah, ma anche grazie alla crescita generale di un gruppo innamorato del suo allenatore-motivatore, Jurgen Klopp. Alla sua terza stagione in Inghilterra, l'ex tecnico del Borussia Dortmund comincia finalmente a raccogliere i frutti della sua rivoluzione con il sorriso. Provenienti dai preliminari di Champions, i Reds arrivano alla semifinale con la Roma senza aver perso una sola partita. Imbattuti e con uno stile di gioco che rispecchia l'indole del suo allenatore: esuberante, sfrontato, energetico. Un calcio heavy-metal, perennemente su di giri, asfissiante e temerario. La stessa utopia d'attacco condivisa da Pep Guardiola, ma realizzata in maniera totalmente diversa. Al fraseggio prolungato e alla manovra avvolgente del Manchester City, il Liverpool risponde con perentorie verticalizzazioni e ossessive ripartenze. Sfruttando la velocità dei suoi terminali offensivi, a cominciare da Salah. Arrivato in estate dalla Roma, l'egiziano è letteralmente esploso ad Anfield: 41 gol in 46 partite. Sabato a The Hawthorns l'egiziano ha stabilito un nuovo record: con 31 gol in 33 presenze, mai nessuno ha segnato più di lui nel campionato (inglese) a 20 squadre. E con tre giornate ancora a disposizione, ha la possibilità di migliorare il primato che adesso condivide con Luis Suarez (2013/14), Cristiano Ronaldo (2007/08) e Alan Shearer (1995/96). A 25 anni Salah ha finalmente trovato la sua definita consacrazione dopo tanto girovagare (Basilea, Chelsea, Fiorentina, Roma), attirando su di sé l'interesse di mezza Europa. Coinvolto in quasi la metà' dei gol stagionali dei Reds (123), il suo rendimento stratosferico ha spinto Klopp in gennaio a sacrificare addirittura Philippe Coutinho. Fondamentale però anche il contributo del brasiliano Roberto Firmino, il secondo marcatore con 25 reti stagionali (di cui 9 in Europa, come Salah). Completa il tridente d'attacco il senegalese Sadio Mané, 17 gol, l'unico chiamato a minimi compiti di copertura. Eppure, nonostante il modulo tattico (4-3-3) a trazione anteriore, il Liverpool ha sì il miglior attacco della Champions (39 gol in 12 partite, compresi i preliminari), e il secondo della Premier League (85 gol in 35 partite), ma ha anche imparato a difendersi. Solo un gol subito tra ottavi e quarti. Anche così si spiega la striscia senza sconfitte a livello internazionale dei Reds (8 vittorie e quattro pareggi).
Un nuovo equilibrio tattico raggiunto con l'innesto in difesa di Virgil van Dijk, il rilancio di James Milner, la scommessa vinta di Trent Alexander-Arnold. Se la quinta Champions è datata 2005, il campionato manca da quasi trent'anni ad Anfield. Un'eternità sportiva che Klopp ha fretta di cancellare.
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