Tour de France 11° tappa: presentazione percorso e altimetria

Archiviata la prima parte del Tour, si riprende dopo il giorno di riposo con una tappa nervosa, con pochi chilometri di vera pianura. Particolarmente complicato il finale, con quattro Gpm nei 50 km conclusivi

Si ricomincia al Tour, con Nibali nuovamente in maglia gialla
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La frazione che da Besançon conduce a Oyonnax non è lunga, ma di certo non è la classica tappa di trasferimento che solitamente è sistemata dopo un giorno di riposo. Anzi, lungo i 187 km di percorso bisognerà tenere ben alta la guardia, soprattutto nella parte finale. Il profilo altimetrico esclude un arrivo in volata, dunque le squadre dei velocisti non avranno alcun interesse a tenere la corsa cucita e non tireranno neanche un metro. Frazione da fughe, quindi, e la responsabilità della gara sarà tutta sulle spalle degli uomini di classifica, che dovranno far lavorare le proprie squadre, ma senza esagerare: le tappe alpine sono alle porte e bisogna risparmiare preziose energie.

L'altimetria, inoltre, può essere ingannevole: quattro i Gpm segnalati, ma diverse altre asperità sono disseminate sul resto del percorso. I 50 iniziali km. sono i più tranquilli, poi ad Arbois ecco la prima salitella, 6 km al 6% di pendenza. Seguono altri 40 km irregolari fino al traguardo volante di Charcier, dopo il quale si entra nella seconda metà di tappa, quella più impegnativa. La salita di Les Crosez non è difficile, visto che alterna strappi a tratti in cui la strada spiana, ma è di lunghezza media, circa 8 km. Attenzione alla discesa successiva, che presenta alcuni parti decisamente ripide. Dal fondovalle in poi, la corsa può incendiarsi in qualunque momento.

Il primo dei quattro Gpm è la Cote de Rogna (3° categoria), la più lunga coi suoi 7 chilometri e mezzo ma anche la più semplice, dato che la pendenza media non supera il 5%. Oltre la cima non c'è spazio per rifiatare, perché si sale subito sulla Cote de Choux che, al contrario della precedente, è breve ma impegnativa; la lunghezza non va al di là dei 2 km, ma le pendenze sono superiori al 6% (nel tratto iniziale si sale addirittura oltre il 10%), e può diventare ancora più difficile se non è stato smaltito lo sforzo precedente.

Anche in questo caso non c'è discesa, ma soltanto un breve falsopiano che introduce alla Cote de Désertin, i cui dati possono trarre in inganno. È considerata un'ascesa di 4° categoria, lunga 3 km con il 5% di pendenza media. In realtà le prime rampe sono molto più dure e superano persino il 15%. Insomma, tre Gpm da fare quasi in apnea che potrebbero creare qualche problema anche ai big, soprattutto a coloro che soffrono il giorno di riposo e hanno bisogno di tappe più semplici per recuperare ritmo e colpo di pedale. Dopo la Cote de Désertin finalmente la strada torna a scendere per circa 10 km, gli ultimi dei quali in fondovalle.

Tocca ora all'ultima asperità della giornata, la Cote d'Echallon, punto decisivo della tappa: chi fra i fuggitivi ha le gambe migliori, può sfruttare questo trampolino di lancio per arrivare fino al traguardo; allo stesso modo qualche uomo di classifica può approfittare di questi 3 km al 6,6% per provare ad avvantaggiarsi sui rivali.

Le difficoltà, però, non sono ancora finite in questa tappa che presenta diverse trappole: dopo 5 km di discesa ecco un "muro" di un chilometro all'8% di pendenza, oltre il quale - per fortuna dei corridori - non si sale più e si va dritti verso l'arrivo, con 7 km di discesa veloce che portano ad Oyonnax. All'interno della città sono previsti gli ultimi 4 km, i più semplici di tutta la frazione.

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