Ci si avvicina alle Alpi e si incontrano strade familiari al Tour de France, affrontate sin dal secondo dopo-guerra.
La tappa che si conclude a Saint-Étienne ricalca la precedente, anche se è un po' più semplice. Pure oggi troviamo quattro Gpm, ma meglio distribuiti nell'arco di tutto il percorso, con il primo di questi che è poco più di uno strappetto. Come ieri, partenza facile tutta in piano, quindi lieve discesa e poi si sale sulla prima breve asperità, in cima alla quale è posto il traguardo volante di Romanéche Thorins. Da qui in avanti niente più pianura sino al tratto finale.
Il primo Gpm - Col de Broully, 4° categoria - passa quasi inosservato, poi si fila dritti fino al km 80, quando si incontra il secondo Gpm, la Cote du Saule d'Oingt, poco più impegnativa della precedente. Lunga 3 km, presenta una pendenza del 4% che non creerà scompiglio. I 40 chilometri successivi prevedono discesa, risalita e falsopiano: è la fase centrale che divide la parte più semplice della tappa da quella più difficile. Sul terzo Gpm si comincia a fare sul serio, nonostante al traguardo manchino ancora circa 50 chilometri. Il Col de Brosses è la salita più lunga della giornata coi suoi 15 km, ma la pendenza media supera appena il 3%. Qualche velocista resistente potrebbe tener duro su questa ascesa che non fa paura.
Dopo la cima troviamo un falsopiano abbastanza lungo, circa 7 km, che introduce alla discesa, altri 9 km, prima di approcciare l'ultima salita di questa frazione. La Cote de Grammond sembra quasi una fotocopia dell'ascesa precedente: abbastanza lunga (10 km) ma fin troppo morbida, e in questo caso la pendenza nemmeno supera il 3%. Il gruppo potrà fare alta velocità, affidandosi al lavoro di più uomini. I migliori staranno a ruota tranquilli. Facili gli ultimi venti chilometri che condurranno a Saint-Étienne, i primi quattro in falsopiano poi altri cinque di discesa non pericolosa, sulla quale sarà difficile fare selezione.
Negli ultimi dieci chilometri in piano si entrerà in città, attraversando Saint-Étienne dalla parte settentrionale verso il centro. L'ultima curva è a 1400 metri dal traguardo, ciò significa che ad accogliere i corridori ci sarà un rettilineo lungo quasi un chilometro e mezzo prima dello striscione, che potrebbe risultare fatale ai fuggitivi se il loro vantaggio non sarà sufficiente a tenere a distanza il plotone. Le squadre con velocisti resistenti (vedi Giant e Cannondale) potrebbero avere interesse nel tenere unito il gruppo, per puntare ad una conclusione a ranghi ridotti, ma pur sempre compatti. Sulla carta sembrerebbe la giornata giusta per Sagan, in un Tour fin qui stregato per lui e che lo vede ancora a secco di successi, ma occhio pure a Degenkolb. Giornata tranquilla invece per gli uomini di classifica: l'obiettivo per loro - e per le loro squadre - è risparmiare energie che saranno preziose domani, nella prima tappa alpina.
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