di Benny Casadei Lucchi
Lorenzo in sella alla Ducati. Da ieri è ufficiale. Sussurrato a fine stagione, accennato durante i test invernali, ventilato a inizio campionato e adesso nero su bianco. Due anni di contratto per 12,5 milioni di euro a stagione. Jorge arriva con già in tasca due titoli mondiali 250 e tre Motogp, compreso il velenosissimo ultimo, e per aggiornamenti vediamo come andrà a finire quest'anno. Fanno quarantuno vittorie nella classe regina. Queste le cifre. Adesso Jorge correrà quattro quinti di stagione da separato in casa e la Yamaha ha già capito l'andazzo mediatico, assicurando che gli garantirà «il massimo supporto per la conquista del quarto titolo MotoGp...».
A voler uscire dalle fredde, benché generose, cifre del contratto e delle statistiche, potremmo dire che siamo di fronte a una vera e propria questione di palle. Non è elegante, non è raffinato, ma il motomondo mica è Oxford e questi ragazzi impennano, rischiano, corrono e non hanno tempo per i giri di parole. E infatti: «Ci vuole coraggio per cambiare moto, per andare in Ducati servono attributi, per questo credo che Jorge non andrà». Così Valentino alla vigilia dell'inizio del mondiale. Ancora: «Sì, Lorenzo ha le palle, e insieme con la Rossa potrebbero essere competitivi perché lui guida forte e perché ora la Ducati è una moto competitiva». Così Valentino prima dell'ultimo Gp, ad Austin, due settimane fa. Infine, ma in fondo sarebbe meglio scrivere in principio: «Con Ducati è stato giusto provarci, ma sono mancati i risultati. Certo, ci vogliono le palle per andare a correre con la stessa moto di Lorenzo, il pilota più in forma del momento». Così a fine 2012 l'allora manager di Valentino, Davide Brivio, commentando il ritorno di Rossi sulla Yamaha.
Gli attributi sono il comune denominatore di queste cambi di casacca e di questi due campioni. Aveva 30 anni Vale quando a fine 2010 decise di passare sulla Rossa e ne avrà 30 Jorge nel 2017. Vale se ne era andato perché Jorge era il futuro a poco prezzo e la Yamaha aveva occhi solo per lui; e Jorge ha deciso di andarsene perché sa che certe cifre non le riceverà e perché Vinales costa poco e piace tanto alla Yamaha e Vale ha firmato accordi che vanno oltre l'attività sportiva. Per cui se lo ritroverà sempre attorno. Meglio traslocare e monetizzare. Esattamente come fece Vale. Tanto più che la Gp16 pare volare. «Ci ha scelti perché competitivi, se non fosse per il fattaccio argentino (Iannone che elimina se stesso e Dovizioso) saremmo sempre stati sul podio», così il team principal Ducati Ciabatti conscio che «sarà sgradevole, a fine stagione, decidere quale dei due Andrea resterà». Per cui Jorge sa che salirà su una moto che va. Per la verità anche Rossi lo pensava visto che Stoner sulla Rossa ci vinceva.
Dunque, questione di palle in entrambi i casi, ma con una differenza fondamentale: quando Vale traslocò, trovò gente nuova. Jorge troverà Gigi Dall'Igna, il papà della Gp16.
E anche papà dei suoi primi due mondiali 250 con l'Aprilia. I due si capiscono con uno sguardo. Vale un jolly. E Jorge lo giocherà per riuscire là dove Rossi ha fallito. Sa che sarebbe la sua vittoria più grande. Anche lo schiaffo più grande.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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