Dove finisce la settimana horribilis dell'Atalanta, inizia la notte da incubo del Torino. Uno sette a zero che impone a Cairo riflessioni profonde e appare inevitabile l'esonero di Mazzarri dopo la disfatta contro i nerazzurri di Bergamo, che rispondono con un'impressionante prova di forza ai passi falsi con Fiorentina e Spal, trionfando su un campo che nel recente passato gli aveva sempre detto male. L'Atalanta, infatti, non vincevano in casa del Torino dall'aprile 2007, una vita considerando che in mezzo la Dea è passata dalla Serie B fino alla conquista degli ottavi di Champions. Eppure, in tutto questo tempo, lo stadio granata continuava ad essere una fortezza inespugnabile, fino a ieri, quando si è rivista la solita Atalanta capace addirittura di segnare sette gol.
I ragazzi di Gasperini, oltre a fargli un bel regalo visto che oggi festeggia 62 anni, si sono ripresi tutto con gli interessi perché nel magico e indimenticabile 2019, l'Atalanta aveva perso due volte su due contro il Torino. Stavolta non c'è stata storia. La squadra di Gasp ha dominato in lungo e in largo per tutti i novanta minuti, costringendo i granata alla figuraccia. A segno ancora uno scatenato Ilicic (tripletta, strepitoso il secondo gol da metà campo), Gosens (7 gol, miglior difensore goleador in Europa), Zapata e Muriel, ma ogni azione nerazzurra poteva finire con la palla in rete.
Dopo la sconfitta con il Sassuolo, per il Torino una batosta pesantissima. Storica. Mai i granata avevano perso con sette gol di scarto in casa. E se non fosse stato per Sirigu il passivo sarebbe potuto essere in doppia cifra.
Uno scempio finito nella contestazione con i tifosi della Curva Maratona che avevano abbandonato lo stadio dopo un'ora. Mazzarri ora «vede» l'addio, aveva chiesto una partita eccezionale, ma ieri di eccezionale si è visto ben poco: la sua squadra non ha mai dato la minima impressione di poter impensierire l'Atalanta.
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