Vale, Mugello in fumo Nibali appiedato al Giro

Il Dottore tradito dalla moto, lo Squalo dalle gambe e dalla catena Domenica nera per entrambi: Rossi sfortunato, l'altro anche in crisi

Vale, Mugello in fumo Nibali appiedato al Giro

Due ruote, due fuoriclasse, due momenti attesissimi dagli sportivi italiani e però due grandissime delusioni e tutto in una sola domenica. Bestiale per entrambi.

Valentino Rossi e Vincenzo Nibali vanno a braccetto, uno sgasando e l'altro pedalando, sgambettati dalla sfortuna, iella, massì, chiamiamola anche sfiga, nel momento clou delle reciproche fatiche: Gran premio d'Italia del motomondiale per il Dottore e cronoscalata dell'Alpe di Siusi al Giro per lo Squalo. Uno rompe il motore, all'altro cade la catena. Che giornata. Vale nostro tira in ballo metafore e frasi inglesi per rendere meglio il concetto, il siciliano lascia perdere perché in fondo cova anche sensi di colpa. Perché infatti le similitudini fra i due campioni finiscono qua. Uno, il motociclista, al Mugello aveva fatto tutto per bene fin da sabato con la pole, l'altro, il ciclista, sull'Alpe tutto per male. Uno tallonava lontano solo di un respiro il compagno campione del mondo Jorge Lorenzo e l'altro agonizzava distante negli ultimi 6 chilometri della salita. Per cui la catena birichina sul finire ha avuto peso, ma non troppo.

Ma tant'è, Vale e Vincenzo diversi nella forma e nell'impegno, ma accomunati nel destino e nel futuro che li attende. Alla fine cambia infatti poco. Valentino adesso dovrà rimboccarsi le maniche, a partire dal Gp di Catalogna, fra due settimane, a Barcellona, per recuperare i 37 punti di distacco che lo separano in classifica da Lorenzo dopo il secondo zero stagionale «e basta pensare al campionato, ora dovrò solo concentrarmi a vincere gare e tenermi dietro quei due lì», dice allargando le braccia e anche il discorso all'altro rivale iberico, Marc Marquez.

Vincenzo invece, se vuole mantenere in vita un lumicino di speranza rosa per questo Giro e riacciuffare l'olandese volante, da oggi non dovrà più sbagliare niente. Cioè non fare come ieri, che prima di finire con la catena giù, aveva ampiamente dimostrato di non essere nella giornata giusta benché questa fosse la tappa clou da non sbagliare. Invece pedalata poco fluida e discreti patimenti in salita.

Diciamo che la terza settimana del Giro e i 2'51 di distacco da recuperare dalla maglia rosa Kruijswijk stanno a lui come i 37 punti di divario da annullare in classifica in dodici Gran premi stanno a Vale Rossi. Tanti. Anche troppi se continuerà a oziare la dea bendata che ieri, per entrambi, ha preferito lasciar campo libero alla sfiga.

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