Il vecchio bomber Higuain è diventato un gregario. Così si è ripreso la Juve

Trasformato in un anno: da flop a protagonista Meno gol fatti, più sacrificio per CR7 e la squadra

Il vecchio bomber Higuain è diventato un gregario.  Così si è ripreso la Juve

Nel giro di un anno, la carriera di un calciatore può stravolgersi e Higuain è tra quelli che può confermarlo. 367 giorni fa il Pipita lasciava il Milan per diventare un nuovo giocatore del Chelsea. Oggi, invece, tutto si è capovolto: gioca di nuovo alla Juve, c'è Sarri in panchina e insieme sfideranno il loro Napoli. Sembra passata una vita dal Pipita milanista, arrivato dopo essere stato scaricato dalla società bianconera, che scelse di andare in all-in su Cristiano Ronaldo. Per l'argentino non c'era più posto e accettò i rossoneri per dimostrare di essere ancora un bomber infallibile.

Un giocatore, però, ha bisogno del terreno giusto per fiorire, ma se non c'è, le cose si fanno molto più complicate, anche se ti chiami Gonzalo Higuain e sei uno degli attaccanti più forti del decennio. Un po' per colpa sua, un po' per colpa di un Milan in crisi, fallì miseramente, inciampando nella maledizione del numero 9 rossonero che, a quanto pare, non guarda in faccia nessuno: solo 8 gol (6 in A) e 3 assist in 21 presenze, troppo poco per uno come lui. L'amore con il club rossonero finì così in breve tempo e Higuain decise di ripartire altrove. Dopotutto, il Milan aveva già individuato il suo sostituto, quel Krzysztof Piatek che, guarda caso, è un altro che ora può raccontarvi di come possa cambiare la carriera di un giocatore nel giro di un anno.

Per il Pipita, invece, si aprirono le porte del Chelsea del suo padre calcistico Sarri, che lo aveva già allenato proprio a Napoli, dove, domani sera, saranno entrambi ospiti fischiatissimi. Vissero solo una stagione insieme sotto il Vesuvio, ma fu una stagione indimenticabile, soprattutto per l'argentino capace di segnare 36 gol in campionato, firmando un record eccezionale.

A Londra si sono ricongiunti, il Pipita però non è riuscito ad incidere e sei mesi dopo è tornato a Torino. Ma poi Sarri è salito sullo stesso aereo e così i due si sono subito ritrovati, pronti per vivere una nuova avventura: Maurizio entusiasta di guidare uno dei club più importati al mondo, Gonzalo con la volontà di dimostrare di non essere un giocatore finito. Si sono messi a lavorare duramente e ora stanno raccogliendo i frutti. La Juve sa praticamente solo vincere, mentre il Pipita si è reinventato uomo-squadra, sebbene i numeri attuali non si discostino molto da quelli milanisti: 27 presenze, 8 gol e 8 assist. Eppure, da nessuna parte si legge di un Higuain in crisi o in digiuno da gol, per il semplice motivo che, da giocatore intelligente qual è, ha capito che in bianconero il suo ruolo non poteva più essere quello di una volta. Prima toccava a lui buttarla dentro, ora ci pensa CR7 e Gonzalo deve interpretare il compagno d'attacco ideale, come lo era Benzema al Real sempre con il portoghese.

E a confermarlo sono proprio quegli 8 assist che dimostrano come la metamorfosi del Pipita stia procedendo nel verso giusto: meno egoista sotto porta, molto più funzionale al gioco. Solo così poteva riprendersi la Juve.

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