La vendetta del Brasile: stop agli "inglesi". È l'ultimo pasticcio Fifa

Sospesi i giocatori che non hanno risposto alla convocazione: è guerra tra nazionali e club

La vendetta del Brasile: stop agli "inglesi". È l'ultimo pasticcio Fifa

Colpo su colpo, entra sempre più nel vivo la battaglia di Fifa e federazioni nazionali contro i maggiori campionati europei. L'ultima stoccata è arrivata dal Brasile, con la federcalcio verdeoro che ha chiesto di stoppare per cinque giorni gli otto giocatori di Premier League che hanno rifiutato la convocazione per le partite di qualificazione verso il Mondiale di Qatar 2022. È un provvedimento previsto dalle regole della Fifa e quindi si va verso un'applicazione, con Alisson, Fabinho e Roberto Firmino del Liverpool, Ederson e Gabriel Jesus del Manchester City e Raphinha del Leeds United che salteranno il prossimo turno del campionato inglese. Mentre la Fifa ha messo sotto indagine sia Brasile che Argentina, la squalifica sarebbe valida dal 10 al 14 settembre e questo metterebbe ancor più in difficoltà il Chelsea e il Manchester United, con Thiago Silva e Fred che non sarebbero infatti schierabili nemmeno in Champions League.

Lo scontro ha radici lontane e il problema è piuttosto chiaro: alcune nazioni, come il Brasile, sono inserite nella lista rossa che riunisce i Paesi con la più alta incidenza di contagi da Covid-19, così i convocati sarebbero costretti a seguire lunghi tempi di quarantena preventiva al rientro in Gran Bretagna. Questa è la criticità della Premier League, ma anche La Liga spagnola e la Serie A ad agosto si sono apertamente schierate con i club. Perdere alcuni giocatori per l'isolamento falserebbe infatti i campionati, con un grosso danno alle società. Il presidente della Fifa Gianni Infantino aveva provato chiedere al governo britannico di fare delle eccezioni per i giocatori coinvolti, ma ora pare più concentrato sul progetto della cadenza biennale del Mondiale: «L'88% delle associazioni aveva votato per uno studio di fattibilità, c'è tanto interesse».

Da una parte le schermaglie a causa di un calendario intasato, dall'altra la volontà di infittirlo. Così si è arrivati alla tecnicamente lecita richiesta del Brasile di squalificare gli otto calciatori e, per un motivo analogo, domenica a San Paolo quattro giocatori argentini provenienti dal campionato inglese hanno rischiato l'espulsione immediata dal Brasile: partita sospesa e isolamento in Croazia per gli atleti. Intanto in Europa la Uefa osserva il caos intercontinentale, ma a Nyon è pronta da oggi a occuparsi di un altro tema molto scottante: il nuovo fair play finanziario. È infatti allo studio una formula che abbia successo dove la prima ha fallito.

La direzione tracciata sembra quella di una sorta di tetto salariale e di spesa, con multe progressive per i trasgressori in linea con la filosofia che sorregge il basket statunitense con la Nba. Tuttavia, dopo l'evidente inefficacia delle misure viste recentemente, la fiducia degli interessati non sembra alta. Serve al più presto un calcio più sostenibile, da diversi punti di vista.

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