la stanza di Mario CerviIl movimento di Beppe Grillo si regge sul consenso al nonsenso

Forse non molti italiani sanno che il signor Beppe Grillo è, nell'ordine: contrario alla Tav, contrario ai termovalorizzatori e agli inceneritori, contrario al nucleare, richiedente la galera per Berlusconi, contrario all'Europa e all'euro, negazionista sull'esistenza dell'Aids, contrario alle vaccinazioni anti-polio, simpatizzante dell'Iran e contrario a Israele etc. etc. Basta?
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Caro Casati, lei ha elencato molto bene alcune delle mattane, delle utopie, delle dissennatezze di Beppe Grillo (e, ovviamente, del suo guru Casaleggio). Una serie di «no» tanto perentori quanto poco argomentati, l'elogio di una decrescita che secondo il predicatore dovrebbe portarci la felicità (fosse vero, di felicità negli ultimi tempi ne avremmo avuta in abbondanza). Sono d'accordo con lei: Grillo è un profeta del nulla urlato. Secondo me votare per lui era e sarà una follia. Ma non credo che chi quella follia l'ha commessa ignorasse l'inconsistenza per non dire la demenza dell'ideologia grillina. Molti tra i suoi elettori se ne erano sicuramente resi conto. Il loro consenso al nonsenso derivava da una grande rabbia, accumulato mentre la politica si dedicava ai suoi riti e alle sue dissipazioni. Non c'è niente che stia davvero in piedi nel grillismo, tranne un elemento, la rivendicazione chiara e forte di un'opera di pulizia nei saloni del Palazzo, di un altolà agli usi e agli abusi della Nomenklatura.

Che infatti si sta dando, controvoglia, una regolata. È bene che il fenomeno Grillo sia entrato nel quadro polveroso della cosa pubblica, ma guai se i fedeli del condottiero dovessero governare anziché strillare e inveire. Saremmo rovinati.

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