Caro Cervi, la pena di morte viene spesso comminata in molti Paesi quali Cina, Iran, Iraq, Nigeria, Somalia, Stati Uniti etc. Sono personalmente contrario per tre motivi. 1) Non fa diminuire i reati; 2) c'è sempre la possibilità dell'errore, anche in casi cosiddetti «sicuri»; 3) per motivi umani e religiosi. Un uomo non può arrogarsi il diritto di sopprimere un proprio simile. Vorrei il suo parere.
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Caro Casati, il mio parere è molto semplice. Sono contro la pena di morte per i motivi che lei elenca e per i motivi dei quali si servì Cesare Beccaria per combatterla. Non è che io ritenga ingiustificate le invocazioni della pena capitale di fronte a crimini particolarmente efferati e ripugnanti. Chi distrugge nell'acido il corpo d'un ragazzino dopo averlo assassinato non merita alcuna pietà. È una belva, un mostro. Il guaio è che il mostro viene a volte sbattuto in prima pagina anche se mostro non è per niente. Le reazioni emotive che generano gli appelli alla pena di morte sono comprensibili ma pericolose. L'errore giudiziario è sempre in agguato. Si obietta che la pena di morte deve essere inflitta solo se si è certi al cento per cento della colpevolezza dell'accusato. L'ergastolo, una vita in galera, può essere dunque inflitto anche se ci sono dubbi? La condanna a vita è a mio avviso una risposta adeguata della legge ai peggiori crimini. A patto tuttavia che l'ergastolo sia ergastolo per davvero.
Se diventa semiergastolo e libertà condizionata perde gran parte della sua efficacia deterrente. Non entro, perché finirei molto lontano, nel tema religioso sulla sacralità della vita umana. Tema che non ha impedito a molti Pontefici il ricorso assiduo all'opera del boia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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