La gioia di esserci. Nonostante la sconfitta

Ieri Sinner, oggi la Nazionale. Due giorni di italiani e di Italia, due sere per farci conoscere e riconoscere, nello sport, in discipline diverse ma riavvicinate, nel tempo e nella passione

La gioia di esserci. Nonostante la sconfitta
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Ieri Sinner, oggi la Nazionale. Due giorni di italiani e di Italia, due sere per farci conoscere e riconoscere, nello sport, in discipline diverse ma riavvicinate, nel tempo e nella passione. Riuniti davanti al televisore, vediamo se qualcuno tira di nuovo fuori la storiella di Telemeloni e degli spettacoli doc, tennis e football non hanno bisogno di ideologie per farsi amare e celebrare. Il fattore S, Sinner-Spalletti, ha messo assieme fazioni opposte e dovrebbe farci riflettere al di là del risultato. Crescere oltre la sconfitta e la vittoria, imparare a comprendere che lo sport non significa soltanto alzare la coppa, salire sul podio, battere l'avversario. La forza fisica non conta senza l'impegno serio, lo sport sa affrontare la paura e liberarsene, superare le difficoltà, questo dovrebbe comunque insegnare l'avventura di un ragazzo di San Candido e così quello che attende stasera gli Azzurri in Germania.

La bandiera sventolata non può durare una sola notte, l'orgoglio che ha accompagnato fino all'ultimo Sinner e che spingerà i ragazzi di Spalletti a Leverkusen, dovrebbe far parte quotidiana di un popolo che spesso si flagella e si deride per poi ritrovare, paradossalmente, l'unità in un gol o nel passante lungo linea. Non rabbia, non lacrime. Ma gioia di esserci.

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