Strada dedicata a Tito. Per il Pd il «boia» resta un eroe

TriesteA volte tornano dagli archivi della storia, anche se hanno le mani lorde di sangue. Nella notte fra lunedì e martedì il consiglio comunale di Lubiana, la capitale della Slovenia, ha intitolato una nuova via a Josip Broz Tito (nella foto a destra), padre-padrone della Jugoslavia. A Trieste, settanta chilometri più in là, il centrodestra insorge bollandolo come un boia non solo di italiani, ma pure di sloveni e croati anti comunisti. Il Partito democratico tradisce imbarazzo, non condanna e difende la figura di Tito partigiano come liberatore dal nazifascismo. A pochi giorni dal 25 Aprile le ferite del Nord Est tornano a riaprirsi. Il consiglio comunale di Lubiana ha approvato l’intitolazione con 24 voti a favore e 4 contrari. I rappresentanti dell’opposizione di centrodestra, però, sono usciti dall’aula in segno di protesta.
Il sindaco di origine serbe, Zoran Jankovic, ha fatto scudo sostenendo che in un sondaggio il 60% dei cittadini approvava la decisione. Dimitri Kovacic, dell’Sds, il partito democratico di centrodestra, ha raccolto oltre 5mila firme contro e gli ha risposto che la via «calpesta la memoria delle vittime del terrore comunista». Fra queste anche migliaia di italiani, militari, civili e talvolta antifascisti avversi del disegno espansionista di Tito. Oltre 200mila istriani, fiumani e dalmati sono fuggiti dalle loro terre di fronte alle foibe e alle violenze dei «titini». «Nelle nostre terre il nome di Tito viene associato alla parola boia, assassino. Per gli italiani dell’esodo fu il peggiore persecutore. Lubiana si è assunta una grave responsabilità» protesta Piero Camber, capogruppo del Pdl al Comune di Trieste.
Il centrosinistra, invece, non condanna. «Prendo atto e rispetto la scelta dell’amministrazione lubianese, che assieme ai suoi cittadini è l’unica ad avere voce in capitolo sull’intitolazione di una via a una figura storica con lati positivi e negativi», dichiara Roberto Cosolini segretario provinciale del Pd. Tamara Blazina senatrice del Pd di lingua slovena ammette di «essere rimasta un po’ perplessa» dalla decisione del Comune di Lubiana, ma cerca di giustificarla. «Non possiamo interferire. Tito ha svolto un ruolo importante durante la Seconda guerra mondiale sul fronte antinazista e antifascista ed è stato anche un grande statista su alcune questioni come il ruolo dei Paesi non allineati» spiega la senatrice di Trieste. «Incredibile - sbotta Camber (Pdl)–. Questo è il solito finto perbenismo, la finta tolleranza della sinistra. Non è mettendo i paraocchi come fa il segretario del Pd Cosolini che possiamo guardare avanti».
Agli inizi di marzo è stata ritrovata in Slovenia l’ultima, orribile fosse comune. La cava di Lasko con i resti di trecento corpi. Probabilmente sloveni e croati anticomunisti sterminati da Tito a guerra finita dopo averli fatto prigionieri.

Di fronte alla scoperta dell’ennesimo eccidio l’arcivescovo di Maribor, Anton Stres, ha scritto: «È necessario condannare pubblicamente il regime comunista totalitario di quel periodo». A Lubiana, invece, tornano a glorificare Tito.
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