Studenti e sindacati in corteo: «È razzismo»

La sua famiglia lo aveva chiesto subito: «Non trasformate l’omicidio di Abdoul in una battaglia politica». Ma l’appello è caduto nel vuoto, del tutto inascoltato. Prosegue incalzante lo scambio di accuse fra centrodestra e centrosinistra. E, come se non bastasse, sono già in calendario una serie di manifestazioni contro il razzismo. Oggi pomeriggio Cgil, Cisl e Uil saranno in presidio in piazza Sab Babila. Il coordinamento dei collettivi studenteschi ha indetto un corteo con partenza da largo Cairoli per giovedì alle 9. Il centro sociale Cantiere sta organizzando un secondo corteo per sabato prossimo, e anche l’associazione antirazzista e interetnica invita a una manifestazione fissata a Roma per il 4 ottobre.
Insomma, la giustizia non ha ancora formulato sentenze, la sinistra sì. E il verdetto, in barba alla ricostruzione degli inquirenti sulla dinamica dei fatti, è uno, lapidario: «Abba è stato ucciso per razzismo». Prepariamoci, allora, a vedere i muri pieni di «Abba vive», accanto ai «Dax vive» scritti con le bombolette spray e ai «Carlo vive», in memoria di Giuliani. Nel suo comunicato, il Cantiere non risparmia critiche al sindaco Letizia Moratti e alla sua «giunta xenofoba» e invita a una «mobilitazione perenne». Ma accuse di un clima xenofobo arrivano anche dalle Acli milanesi e dalla Cgil lombarda, che ha chiesto alla Regione Lombardia di aprire un tavolo sulle politiche per i migranti e ha annunciato la sua partecipazione al funerale di Abdoul.
Il centrodestra rigetta le accuse di razzismo e risponde accusando la sinistra di «scatenare odio gratuito», come ha detto il leghista Davide Boni. L’assessore regionale al Territorio rigetta ogni accusa fatta alla Lega di aver alimentato la xenofobia e parla di «strumentalizzazione» dei provvedimenti sulla sicurezza.
«Va gridato - aggiunge l’assessore alla Sicurezza della Lombardia Pier Gianni Prosperini - che colore, religione, razza non hanno nulla a che fare con questa tragedia».
Diversa è la lettura dell’omicidio di Abdoul fatta dal presidente delle Acli milanesi Gianni Bottalico.

«Un simile episodio - ritiene - non sarebbe stato possibile se nel corso di questi anni non ci fosse stata la diffusione di un humus culturale xenofobo che ha alimentato la paura dei cittadini per trarne solamente vantaggi politici».

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