Taglio del nastro e taglio dei voli: la tangenziale c’è, l’hub non più

Il via della Boffalora dà carica ai lombardi: «Malpensa risorgerà»

Va bene i tagli dei voli, va bene i provvedimenti di cassa integrazione. Ma Malpensa non sta morendo. Anzi, a chi ha lottato per salvarla piace pensare che questo sia il giorno della rinascita. «Il periodo di quaresima - garantisce il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni - sarà il più breve possibile. Che lo si voglia o no, il traffico aereo è qui. Dal 2010 Malpensa tornerà ad essere un hub dopo questi due anni di penitenza».
L’inaugurazione della Boffalora, la superstrada che da oggi collega la Milano-Torino con l’aeroporto, coincide con il colpo di scure che Alitalia ha dato a Malpensa, cancellando oltre il 70 per cento dei voli dallo scalo. Ma nessuno perde le speranze. Un primo segnale di rinascita è nascosto proprio nel piano dei voli. Air One, che entro il 2011 sarà la prima compagnia aerea su Malpensa, ha inaugurato i suoi nuovi voli per Roma e Napoli: i primi di undici nuove rotte, di cui due intercontinentali e cinque nazionali. Entro giugno i voli settimanali saliranno a 140.
L’assessore alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo vede nel taglio del nastro della Boffalora, arrivato puntuale come un orologio svizzero, la «risposta della politica alle esigenze del territorio. La risposta a chi pensa di poter cancellare Malpensa».
Niente di più lontano dai progetti del Nord. Cordata segreta di imprenditori a parte, il presidente di Sea, Giuseppe Bonomi, è ottimista: «Malpensa non morirà mai. Cambia solo tipologia di traffico. Abbiamo la bellezza di 70 compagnie aeree interessate a operare sull’aeroporto nel breve e medio periodo e il nostro destino è slegato da quello di Alitalia dall’agosto dello scorso anno».
Si riparte quindi. A denti stretti. A chi pensa che l’inaugurazione della nuova strada verso Malpensa sia solo un pretesto per fare campagna elettorale, il ministro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro risponde a suo modo: «Le elezioni non c’azzeccano proprio niente. Guardiamo la bandiera nazionale e non quella dei partiti. Abbiamo seguito il modello del federalismo infrastrutturale. È il modello che farà sì che i proventi dei pedaggi rimangano nel territorio. Qualunque governo verrà, non potrà che continuare a credere in Malpensa». La conclusione dei cantieri della Boffalora era stata programmata da tempo per la fine di marzo: prima che si sapesse del taglio dei voli di Alitalia e prima che si potesse pensare di tornare alle urne.
A credere nel futuro di Malpensa è anche il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati: «Alitalia se ne va -spiega- ma lo scalo avrà comune un futuro intercontinentale. Qui nessuno ha intenzione di arrendersi». Un po’ più dubbiosi sono gli ambientalisti che ieri hanno manifestato contro il nuovo collegamento a Malpensa «arrivato dieci anni in ritardo, come esempio di programmazione fallita.

Se ne parla dal 1998 e viene inaugurata solo ora, proprio quando si parla di ridimensionamenti». Proteste anche da parte dei precari: 900 dipendenti Sea entrano infatti in cassa integrazione per la riduzione di lavoro al check in.

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