Un trasferimento su cui vederci chiaro

Un trasferimento su cui vederci chiaro

È una storia piccola piccola e però non trascurabile, perché la dice lunga sulle regole, e soprattutto sulle eccezioni, che la Regione non riesce a non tollerare. Insegna, e non è poco, che se la legge c’è forse non vale per tutti, che il presidente della Regione Lazio nonché commissario della sanità Piero Marrazzo, spesso e volentieri, arriva a contraddire se stesso.
La vicenda, non occorre fare nomi, è quella di un dirigente oculista in servizio presso l’ospedale Grassi di Ostia. A un tratto ha chiesto di essere spostato presso il reparto di oftalmologia del San Camillo-Forlanini, e ha ottenuto l’autorizzazione senza difficoltà alcuna, nonostante una serie di impedimenti sia normativi che pratici. Li elenca a uno a uno Massimiliano Maselli, consigliere regionale del Pdl, che pochi giorni fa ha presentato un’interrogazione urgente per fare luce sull'anomalia e, al momento, non ha ottenuto nessuna risposta.
Innanzitutto la Regione ha imposto di «acquisire il preventivo parere favorevole dell’azienda cedente» prima di dare l'ok ai trasferimenti. Invito del tutto ignorato nella circostanza visto che il direttore generale dell’azienda Roma D, che ha competenza sul municipio XIII, si è detta contraria al provvedimento: l’unità di oculistica dell’ospedale Grassi serve l'intero territorio di Ostia e Fiumicino, con un bacino d’utenza di almeno 300mila persone, che d’estate si moltiplicano, e ha appena sette dirigenti medici; il San Camillo ne ha invece ben diciannove, dunque non c’era nessuna necessità di impoverire un organico limitato, e procurare un danno ai cittadini, per infoltirne un altro già numeroso.
Di più: con un decreto datato 16 febbraio 2009, il presidente-commissario ha reso più rigide le regole della mobilità in uscita per chi opera nei presidi sanitari del XIII municipio. Dettaglio omesso, dimenticato, a quanto sembra perché il trasferito ha un legame di parentela con un pezzo grosso dell’azienda di destinazione. Purtroppo niente di nuovo sotto il sole, dirà qualcuno.
Tagliente, era inevitabile, il commento di Maselli, che è anche membro della commissione Sanità del consiglio regionale: «Marrazzo - afferma - ormai si è trasformato in una Penelope. Di giorno è tutto preso a tessere una tela di decreti commissariali che vorrebbero o dovrebbero mettere a sistema le disfunzionalità della sanità regionale, salvo poi di notte disfare quella stessa tela, contravvenendo alle regole che egli stesso ha indicato.

È davvero ora di finirla: invece di privilegiare l’interesse primario della salute dei cittadini, distribuendo equamente il personale e le risorse disponibili, smentisce se stesso e i propri provvedimenti solo per accontentare gli interessi di singole persone che guarda caso risultano essere sempre amici o parenti di qualcuno. Non voglio neanche immaginare quanti altri danni sarà capace di fare, considerando che a breve si aprirà la campagna elettorale per le prossime elezioni regionali».

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