Il treno del mare di Burlando vietato ai liguri

Il treno del mare di Burlando vietato ai liguri

Il treno «fantasma» parte alle 9.15 di domenica mattina sul binario di Brignole. A bordo ci sono già diverse persone, ma non tante. Il posto ci sarebbe anche per quei genovesi che stanno sulla pensilina con il borsone pieno di asciugamani da mare. Ma non si può salire. Il treno delle 9.15 diretto alla Spezia non esiste. Non per i liguri, non per i genovesi. È il «treno del mare» pagato dall’ex governatore di centrosinistra della Regione Piemonte Mercedes Bresso, che è riservato ai piemontesi che vogliano fare i bagnanti. E per evitare che qualcuno salga a Brignole la biglietteria della stazione non fa i biglietti. «È un treno su cui si viaggia solo su prenotazione e salendo a stazioni che stanno in territorio piemontese», è stata la giustificazione che hanno tentato di avanzare, non senza imbarazzo, alcuni addetti di Brignole domenica scorsa, quando l’esperimento del treno per il mare è ripartito. La Bresso aveva stretto un patto turistico con il collega Burlando, per fare in modo che i liguri frequentino d’inverno le stazioni sciistiche del Piemonte grazie ai treni della neve, e al contrario, con l’arrivo della bella stagione, si possa ricambiare l’ospitalità in qualche località balneare delle nostre riviere. Fin qui tutto bene, ma perché fare una sorta di razzismo regionale? Se i posti ci sono, perché non fare salire anche i liguri?
Poco importa, invece, che il treno non viaggiasse a pieno carico. Domenica scorsa su quel convoglio i genovesi non sono riusciti a salire i controllori sono stati inflessibili. Hanno dovuto minacciare di multare chi saliva in carrozza.

E quindi nessuno ci ha provato, per non cominciare il 25 aprile con il piede sinistro. Per i genovesi il viaggio al mare è cominciato con il treno successivo, quello in partenza alle 9.23, carico, stracarico, più lento e che si è fermato a tutte le stazioni. L’apartheid è tornato.

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