Ucciso dal crollo del balcone: operai a giudizio dopo 27 anni

Pranzo di Pasqua, atmosfera di gran festa in casa. Uno degli ospiti esce sul balcone per fare una telefonata ma il manufatto cede e l’uomo, Giuseppe Bona, 58 anni, precipita nel vuoto. Nonostante il pronto intervento degli amici e una operazione chirurgica alla testa muore poco tempo dopo.
Per la tragedia sono stati decisi, ieri, tre rinvii a giudizio: alla sbarra, finiranno, per cooperazione in omicidio colposo, un assistente di cantiere di Miradolo Terme oggi 52enne, il legale rappresentante 76enne dello studio di progettazione che aveva ideato il condominio, di Lodi e uno dei due direttori dei lavori, un 79enne di Livraga. Non il condirettore dei lavori solo perché è deceduto prima che scattasse il rinvio a giudizio. In base alle perizie, il pm Delia Anibaldi, titolare dell’inchiesta, ritiene che sia per vizio occulto, da attribuire a chi ha realizzato la palazzina, che la ringhiera in alluminio, 27 anni dopo la costruzione dell’edificio, si è sganciata all’improvviso.

Proprio le perizie indicano che, a fronte di tre punti di ancoraggio previsti, ne sono stati realizzati solo due, e con tasselli ritenuti troppo piccoli rispetto alla tenuta richiesta per posare un balcone sicuro con affaccio sul vuoto.

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