Urla e striscioni in Statale: il benvenuto no global alle matricole dell’Open day

L’Onda anomala torna in pista. Quella di ieri per i disobbedienti del centro sociale Il Cantiere è stata una giornata fitta di impegni. Ore 9,45: occupazione alla Statale. Ore 12: ritrovo alla base di via Monte Rosa. Ore 14: tutti in piazza Duca d’Aosta con camioncini e megafoni per partecipare al corteo dei rifugiati a Milano.
Dopo gli scontri della scorsa settimana a Torino contro il G8 dei rettori universitari, gli studenti non hanno digerito l’arresto di Alessandro e Domenico, i ragazzi fermati dalle forze dell’ordine per atti di violenza. E così ieri mattina alla buon’ora in una trentina si sono presentati in via Festa del Perdono mentre in ateneo era in corso l’Open day per le future matricole, una giornata di presentazione di tutti i corsi di laurea, i piani di studio, i master e gli sbocchi occupazionali dedicata ai ragazzi che stanno per affrontare l’esame di maturità. Gli studenti dell’Onda hanno interrotto tutto. Sono entrati nei chiostri urlando cori e sventolando striscioni con la scritta: «L’università è antirazzista. L’Onda non si può arrestare. Alessandro e Domenico liberi». Impietrite le centinaia di matricole che stavano partecipando agli incontri di orientamento. Qualche liceale, già habitué delle occupazioni a scuola, ha ammiccato ai compagni più grandi, come a dire: «L’anno prossimo sarò anche io dei vostri, aspettatemi». Bel biglietto da visita per le famiglie che stanno per pagare la prima retta: una manifestazione all’interno dell’ateneo proprio nel giorno in cui tutto tra aule e corridoi dovrebbe luccicare e profumare di pulito per dare la miglior impressione possibile agli ospiti. I ragazzi dei collettivi di sinistra hanno preso il microfono per attaccare il rettore Enrico Decleva, presidente della Conferenza dei rettori, e chiedere la liberazione immediata dei due studenti arrestati. Non contenti dell’imbarazzo provocato, i trenta facinorosi, già carichi per il corteo del pomeriggio, hanno persino lanciato un paio di fumogeni. Giusto per mettere la firma al trambusto provocato.


Si è chiusa così la stagione di proteste che, con la fine delle lezioni in università e delle scuole, darà un po’ di tregua, se non altro fino al prossimo autunno. Lo scorso ottobre le contestazioni si erano aperte con cortei d’istituto alle superiori e manifestazioni interne tra i corridoi della Statale. Idem per il gran finale.

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