Usato come bersaglio da ragazzini annoiati

Quando ha aperto la porta di casa, poco dopo la mezzanotte, aveva già il cuore in gola. Chi poteva essere a quell’ora? Sicuramente c’era stato qualcosa di grave per convincere qualcuno a suonare alla sua porta in piena notte. Ma l’anziano spezzino che l’altra notte ha vissuto l’incubo di un’aggressione teppistica, gratuita e senza spiegazione logica, non poteva certo presagire quello che sarebbe avvenuto. Non poteva pensare di trovarsi davanti tre ragazzi annoiati che avevano bisogno di un’emozione forte. Di ucciderlo, se necessario.
E infatti i tre ragazzi gli hanno sparato un dardo di balestra colpendolo alla testa, poi hanno cercato di finirlo bastonandolo con tubi di metallo e tirandogli calci quando non poteva neppure più ripararsi. Ragazzi della zona, che forse aveva anche intravisto per strada, forse qualche volte aveva incrociato lo sguardo con loro o magari inconsapevolmente aveva scatenato in quei tre giovani un assurdo desiderio di vendetta. Loro, tre ragazzi, un 23enne di Ameglia, un 21enne di Fosdinovo e un 19enne di Ortonovo, magari invece quell’uomo, quel pensionato settantenne di origine svizzera che vive insieme con la moglie nella piana di Ameglia vicino Sarzana, non lo conoscevano neppure.
Un bersaglio casuale come dicono gli esperti. Gli sono entrati in casa, dopo essersi introdotti nel giardino della villetta isolata in cui abita, e solo per un caso non lo hanno ucciso sull’uscio. La freccia si è conficcata tra il cuoio capelluto e l’osso dell’uomo. Poi lo hanno picchiato, ma senza cercare nulla da rubare, senza fare un qualcosa che possa, anche assurdamente, motivare tutta quella violenza. Alla fine sono andati via, ma non sono scappati, hanno tranquillamente raggiunto il loro «covo» all’interno di un campeggio lungo il fiume Magra.
I carabinieri li hanno rintracciati poche ore dopo. Hanno tutti precedenti e risultano senza lavoro. Nel camping è stata anche trovata la balestra, con dieci dardi, e della droga. Non avevano nascosto nulla. Quando li hanno presi hanno chiesto loro il perché di quel gesto e la risposta è stata sconcertante. Nessuna grande motivazione, avevano fumato droga e non sapevano come passare il tempo, come procurarsi un’emozione. Volevano «picchiare qualcuno» e quello era un obiettivo facile. Per loro però non si apriranno le porte del carcere, almeno per ora.

Sono stati denunciati per lesioni personali aggravate, violazione di domicilio, porto d’armi e detenzione di droga ai fini di spaccio. Ma sono a piede libero, rientrati a casa, pronti magari ad incrociare nuovamente, per caso in strada, lo sguardo terrorizzato della loro vittima.

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