da Valencia
Giornata storica per progettisti e velisti. Ieri tutti con il naso in aria a guardare gli scafi degli avversari durante l'unveiling, giornata "senza veli" in cui è proibito nascondere. Ma, a parte lo scafo, non è obbligatorio mostrare tutto quello che si conserva in cantina. E infatti, già pochi minuti dopo la chiusura dei cancelli, la più nuova delle barche Alinghi Sui 100 veniva smontata totalmente: via l'albero, via il bulbo, via il timone. Comunque è interessante notare come dopo mesi in cui non si fa che dire che le barche hanno prestazioni vicinissime, che la lotta sarà serrata, non si è visto uno scafo uguale all'altro. Ognuno ha le sue convinzioni. Per fortuna. Gli estremi? L'aspetto di Luna Rossa Ita 94 è quello di una scatola: fianchi dritti, fondo piatto e un ginocchio deciso per unirli. Molto volume a prua. È a detta di tutti la più estrema tra quelle presenti, scelta aggressiva e sintonizzata per venti attorno ai 10/12 nodi. Dice Claudio Maletto, tra quelli che l'hanno concepita: «Abbiamo cercato soprattutto le prestazioni di bolina, siamo convinti che sia determinante per la vittoria». Quindi una forma più "sporca" che si allunga di più quando sbanda. Alinghi è invece tondeggiante, morbido, pulito. Il suo progettista Rolf Vrolijk ha detto: «Credevo di aver interpretato bene la regola ma vedo che gli altri hanno preso strade molto diverse. Sarà divertente».
La prima cosa che vien da pensare è che uno dei due sbaglia. In mezzo, più o meno tutti gli altri concorrenti. I temibili neozelandesi hanno una barca che condivide alcuni aspetti con Luna Rossa, come il ginocchio di prua molto evidente. Bmw Oracle ha due barche molto diverse, che esplorano e rendono possibile adattarsi a panorami di vento variabili. Mascalzone Latino Capitalia ha scelto una barca più potente, da vento forte attorno ai 18 nodi. Quindi capace di sfruttare una eventuale perturbazione o il maggior vento che alcuni prevedono a Valencia.
Le scelte diverse sono anche nei bulbi, dove si concentra il piombo che consente di bilanciare la spinta delle vele. Chi lo fa stretto e lungo per il vento forte, chi corto e ciccione per controllare la maneggevolezza. Il bulbo è però un elemento della barca che si cambia in una notte, che fa parte delle cose che servono per mettere a punto lo scafo.
«Quasi tutti hanno costruito almeno due bulbi - ha detto Harry Dunning progettista di Mascalzone - perché in realtà i programmi di previsione non riescono a decidere qual è migliore, la scelta spetta ai velisti».
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