Valore bond «puliti» balza a 4,5 miliardi

da Milano

Ammonta a circa 4,5 miliardi di euro, secondo un rapido e per quanto sommario calcolo, il valore dei bond Parmalat “puliti” e ammessi in circolazione a partire dal marzo scorso. In pratica, il valore di queste emissioni legittime rientrate sul mercato vale già da solo pressoché il doppio di quanto lo stesso commissario straordinario Enrico Bondi valuta il gruppo di Collecchio dopo l’azione di risanamento, una cifra compresa tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro.
Se si tratti di fiducia dei mercati o di altro, difficile capire, rispondono diversi analisti, sottolineando comunque l’accelerazione nel prossimo periodo per tutto quanto avverrà intorno a Collecchio e i conseguenti tempi ormai rapidi per la riammissione di Parmalat alle quotazioni, con uno spoglio dei voti sul concordato che durerà al più fino a metà settembre. E soprattutto una riammissione alle contrattazioni che dovrebbe attuarsi - secondo i piani - entro fine mese o a inizio ottobre.
D’altra parte, con l’amministrazione straordinaria i margini operativi del gruppo alimentare continuano sia pure lentamente a migliorare. Il free cash flow, in pratica i proventi da attività ordinarie depurati dalle spese, sono notoriamente in linea con le attese.

E poi vanno considerate le azioni legali in corso (venerdì sono state avviate azioni risarcitorie per 2,7 miliardi verso Intesa e Unicredit) contro le banche che certo porteranno denaro in cassa anche se magari non nei termini richiesti da Bondi.

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