Un vero museo archeologico per raccontare Mediolanum

Il Museo Archeologico di Corso Magenta si rinnova e amplia i suoi spazi grazie a un intervento di recupero che restituisce al pubblico i tesori dell’antichità all’interno di allestimenti eleganti e moderni. Un progetto che ha visto impegnati Civitas come sponsor con il Comune di Milano, il Conservatore responsabile Donatella Caporusso, il direttore del Settore Musei Claudio Salsi e l'architetto Andrea Bruno, autore di un allestimento che ha inglobato un'ex scuola pubblica di via Nirone all'interno delle Mura del giardino archeologico.
A raccontare l'operazione c’era l'assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory che con il sindaco Moratti e il direttore di Palazzo Reale Domenico Piraina, ha inaugurato non solo gli spazi ma anche la mostra «Nutrire il corpo e lo spirito», percorso espositivo dedicato al significato simbolico del cibo nel mondo antico. Il nuovo museo è stato finalmente presentato dopo anni di attesa in cui un quantitativo incredibile di pezzi rari giaceva nei depositi. Con l'apertura al pubblico della palazzina di via Nirone (l'ingresso rimane sempre da Corso Magenta 15), sono stati recuperati 1700 metri quadrati di superficie distribuiti su sei livelli: tre piani espositivi e un piano dedicato alle mostre estemporanee e alla didattica ma anche a conferenze. Due piani sono stati destinati a servizi e uffici per circa 1200 metri quadrati in più di superficie espositiva.
Alla nuova Palazzina si accede passando per la Torre di Ansperto, salvata nella sua staticità più di dieci anni fa, ricca di affreschi di età carolingia (al centro per terra è posta una scultura di Mimmo Paladino, dal titolo «Soldato dormiente»), da una larga passerella in ferro, una sorta di ponte che dal chiostro interno del Museo, in parte distrutto da un bombardamento del 1943, sfrutta il varco di passaggio attraverso le mura romane, già utilizzato con intelligenza dalle monache Benedettine nel Medioevo.
L'intera area museale racchiusa tra via Nirone, Corso Magenta, Via Ansperto e Via Luini, costituisce dal 1965, periodo in cui vennero trasferite dal Castello Sforzesco le collezioni romane e altomedioevali, un polo unico e raro per la nostra città. Ma il merito va soprattutto al Monastero che custodì dall'epoca Romana in poi i depositi archelogici della città. Il nuovo allestimento ha voluto ricreare in chiave moderna moduli di terra o pietra simbolicamente stilizzati in colore grigio, a fare da contorno a una grande bacheca centrale al primo piano.

L'evento promosso si è avvalso anche dei generosi prestiti di vari Musei del Settore, da quello Nazionale di Napoli, Metaponto, Siracusa, che hanno potuto permettere ai curatori delle varie sezioni di allestire un percorso tematico anche nella cripta cinquecentesca della Chiesa di San Maurizio Maggiore.

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