Il volto oscuro di Mozart all’Oberdan

Si comincia stasera con «Amadeus»: un’esplorazione del mondo sconosciuto evocato dal grande musicista

Carlo Faricciotti

Che il 2006 sia anno mozartiano (lo scorso gennaio Wolgang Amadeus Mozart avrebbe compiuto i suoi “primi” 250 anni) è fatto ormai risaputo. Spicca però, nel grandinare di iniziative e commemorazioni mondiali, italiane, milanesi, la rassegna che si apre allo Spazio Oberdan, panoramica dedicata a Il volto oscuro di Mozart.
Curata da un musicologo e appassionato esploratore dei percorsi più oscuri delle sette note e della cultura in generale come Quirino Principe, la rassegna inanella, fino a domenica, cinque film su e da Mozart. Su, come le cinebiografie firmate Milós Forman (il celebre Amadeus, oggi alle 18) e Pupi Avati (Noi tre, domani ore 19) e da Mozart, trattandosi di pellicole tratte da due famose opere del salisburghese: Don Giovanni di Joseph Losey (sabato ore 21) e Il flauto magico di Giulio Gianini ed Emanuele Luzzati (domenica, ore 17) e, infine, della messa in scena del suo ultimo lavoro, il Requiem, ripreso dalle telecamere coordinate da Aleksandr Sokurov ed eseguito dalla Filarmonica di San Pietroburgo (mercoledì, ore 21).
Un pugno di pellicole che magari farà rabbrividire il purista, soprattutto trattandosi dell’Amadeus di Forman, girato nel 1984 e vincitore di otto Oscar ma accusato di mostrare Mozart come un eterno adolescente esagitato e goliarda, ostacolato da un Salieri tanto mediocre quanto ferocemente invidioso.
Realizzato nello stesso anno, il film di Avati ci mostra invece un Amadé, come si firmava lui stesso, quattordicenne: mescolando realtà (il viaggio a Bologna del 1770 in compagnia del padre) e finzione (il soggiorno estivo nella villa dei conti Pallavicini, l’amicizia con un coetaneo e l’innamoramento per un’altra) Avati traccia un ritratto del genio da piccolo, pronto a spiccare il volo verso le vette dell’arte.
Girato nelle ville venete disegnate dal Palladio e uscito nel 1979, il film di Losey impagina l’opera mozartiana in spazi chiusi ed enigmatici accentuandone gli elementi più gelidi e mortuari.
Disegni animati e non attori-cantanti, invece, nel lavoro di Gianini e Luzzati (uno dei più grandi scenografi italiani), che trasforma la storia di Pamino e Tamina, della Regina della Notte e di Papageno in una macchina magica ancora oggi (il film è del 1978) di grande fascino e suggestione.
Sfida infine la stasi dei tradizionali concerti il russo Sokurov, che riprende, con un montaggio non tradizionale e una illuminazione giocata sul chiaroscuro, gli spostamenti di coro e solisti, sciolti dai ritmi imposti dalla partitura.


Nella lezione di giovedì alle 17 Principe parlerà dei rapporti tra Mozart e cinema con il supporto del video di Francesco Leporino In casa mia v'aspetto! Mozart a Vienna (2005); prima delle proiezioni dei film di Sokurov e Luzzati sempre Principe introdurrà i capolavori mozartiani protagonisti: il Requiem mercoledì alle 21 e il Flauto magico domenica alle 17.
Nelle stesse occasioni le pianiste Federica e Francesca Badalini e il violinista Fabio Rodella eseguiranno alcune Sonate mozartiane, mentre sul grande schermo scorreranno lettere a e da Mozart ancora inedite.

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