Afterhours: 6
«Il paese è reale». D'accordo che per
essere chic bisogna fare gli alternativi
e loro di solito ci riescono bene
assai. Ma questo brano è a metà
strada, fermo in una piazzola:
troppo chic per Sanremo ma
troppo poco per gli Afterhours.
E dire che Manuel
Agnelli se la cava benone
con un testo così così.
Marco Masini: 4
«L'Italia». E vai con il qualunquismo
del piove governo ladro. Mettici pure
qualche parolaccia e tutto fila meglio,
persino se strilli che abbiamo barattato
l'Alitalia con «una misera
scopa». Le invettive vanno bene
se hanno senso, non se
fanno senso. E tanto a Guccini
o a Battiato venivano meglio.
Dolcenera: 6
«Il mio amore unico». E per forza che
dopo un po' si cambia: lei ha messo i
tacchi ai piedi e tolto le lacrime alla
voce, è cresciuta, è più forte e meno
sofferente ma le manca
quel nonsoché per giocare
la Coppa dei campioni. È nel
limbo però punta allo scudetto.
Dai che ce la fai, accidenti.
Gemelli Diversi: 7
«Vivi per miracolo». Massì questa ci
mancava: una preghiera laica in rima
rap a favore della vita. I GemelliDiversi
puzzano di strada e di passione,
mica se la tirano tanto ma certi
argomenti lasciamoli perdere,
please. Bello l'impasto vocale,
questi ci sanno fare e
mannaggia a chi se lo dimentica.
Sal Da Vinci: 7
«Non riesco a farti innamorare». E
vabbè, è una cosa che sappiamo
già da un po': essendo poi un brano
scritto da Gigi D'Alessio, tutti giù
a sghignazzare. E invece la
canzone è bella e lui ha una
voce di quelle che spaccano
tutto specialmente in
ballate mosse come questa.
Povia: 2
«Luca era gay». Standing ovation per lui
e buuu per i gay che si sono offesi.Povia
ha fatto un bel barbatrucco nascondendo fino a ieri un brano ridicolo,
una specie
di cantilena alla Fabrizio Moro
di «Pensa» ma molto più moscia
(molto, molto). Il testo poi: all'asilo
i bambini faranno pure
oohh ma almeno sono più maturi.
Fausto Leali: 4
«Una piccola parte di te». Non c'è
mica da stupirsi: Leali è sempre un
piacere ascoltarlo, pure se canta
brani come questi che evidentemente
non sente suoi. Si arrampica,
s'accende, esplode,
ma proprio non c'è dentro
questo pezzo, peccato.
Bocciato senza se e con
qualche ma.
Patty Pravo: 7
«E io verrò un giorno là». D'altronde le
basta cantare. Il brano ha l'entusiasmo
scolastico dell'esordiente
autore Andrea Cutri, lei lo tratta
come fosse una gran chanson
di quelle sbocciate sulla
riva sinistra della Senna.
Ce ne fossero (basta
che non canti come ieri sera).
Alexia: 3
«Biancaneve». E dire che lei ha chiamato
persino Mario Lavezzi - signori:
il Lavezzi de «Il primo giorno di
primavera» tanto per citarne una -
per cantare la solita favoletta
della principessa che ama
un uomo più âgé. Tutto perfetto,
tutto da manuale, tutto
da dimenticare e pure in
fretta.
Francesco Renga: 8
«Uomo senza età». Massì qui si vince
facile. Renga apre i polmoni,
smette di fare il rockettaro e diventa
un belcantante con un brano che
potrebbe fare il giro del mondo
quasi come «Con te partirò
» di Bocelli. Già era bravo,
ora di più e meno male che
qualcuno prova ancora a crescere.
Tricarico: 7
«Il bosco delle fragole». Toc toc, siamo
qui, siamo al Festival terrestre
di Sanremo. Invece Tricarico è ancora
sul suo pianeta dove chissenefrega della
bella voce e si dice «cane
canissimo» o «furbo furbissimo» con un brano che
piacerà a tutti e pure a
Lewis Carroll (ah, potesse
sentirla!).
Iva Zanicchi: 6
«Ti voglio senza amore». Mamma
mia, cara signora Zanicchi, questo è
un brano che ci vuole il bollino rosso.
Insomma: «Mi basta che mi trovi/
che ci provi/ che ti muovi/ e
che tu voli». Pensate un po',
lei venerdì sera duetterà
con Gabriel Garko: mandate
a nanna i vostri bambini, sarà
roba rock.
Pupo & Company: 6
«L'opportunità». Ma dico, ci voleva
persino Mogol per un testo così leggero
e scontato? Dunque Pupo fa il
suo, Paolo Belli ci prova e Youssou
N'Dour ci riesce e per fortuna
che c'è lui altrimenti si rischiava
grosso. Però il brano
funziona, alla lunga ha
gli ingredienti giusti (forse
per caso).
Marco Carta: 6
«La forza mia». Forza Marco Carta, la
voce c'è, il carattere no, il brano è
scolastico ma si regge e pazienza se
qualche volta, accidenti, bisognerebbe
essere meno inconsistenti
e provarci a testa bassa.
Insomma, lui spicca il volo
ma poi non atterra più:
troppo leggero in mezzo a
questo vento.
Nicky Nicolai e Stefano Di Battista: 8
«Più sole». Qui mica si scherza, il
livello è altissimo ma...
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.