Segre: No utopistico "accogliamoli tutti", ma accettare gli altri e non fermarsi a pregiudizi

"Una parola che non deve mai mancare nel vocabolario è la parola 'accoglienza', l'accoglienza dell'altro di qualunque colore, di qualunque religione, di qualunque etnia, di qualunque nazionalità. L'ho scelta perché questa parola era l'estremo opposto della volontà dei nazisti di eliminare i diversi, diversi per loro, gli appartenenti a popoli e categorie considerate indegne di vivere. La mia non è una ricetta semplicistica per problemi seri come quello dell'emigrazione, non è un utopistico 'accogliamoli tutti', è in primo luogo una filosofia di vita. Non chiudersi, non respingere a priori, non avere paura dell'altro e non farsi mai abbindolare da chi specula su pregiudizi e investe nell'odio". Lo ha detto Liliana Segre, nel suo intervento alla cerimonia che ricorda la sua deportazione verso Auschwitz a 81 anni di distanza durante la Memoria della deportazione al Memoriale della Shoah, organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio. (Alexander Jakhnagiev)

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