
Nell'antologia per immagini che Enzo Sellerio ha lasciato ci sono la tovaglia a quadretti della trattoria L'Ingrasciata di Palermo, la stanchezza per la processione al santuario di Santa Rosalia, gli immigrati alla stazione con le valigie di cartone, gli occhi ridenti di un bimbo che corre dietro un palloncino, lo sguardo fiero di una giovane madre e la posa pensosa di Burt Lancaster, inimitabile Gattopardo, in un attimo di pausa dalle riprese del kolossal.
C'è anche molto altro, e lo troviamo nella Sala delle Colonne delle Gallerie d'Italia di Milano in una mostra intitolata Enzo Sellerio. Piccola antologia siciliana che non è piccola: è densa (e merita di essere vista: c'è tempo fino al 13 aprile). Si viaggia al cuore della Sicilia profonda, tra gli anni Cinquanta e la fine degli anni Sessanta, guidati dall'occhio vigile di Sellerio, in un omaggio al fotografo, editore e collezionista palermitano, a chiusura delle celebrazioni per i cento anni della sua nascita. Curata da Monica Maffioli e Roberta Valtorta e realizzata in collaborazione con l'Archivio Enzo Sellerio, presenta 85 fotografie, perlopiù stampe dell'epoca cui si aggiungono stampe da negativi originali inediti, selezionati dal vasto e ancora in parte inesplorato archivio. Sellerio (1924-2012), figlio di una Palermo colta e cosmopolita (il padre è docente di Fisica, la madre, ebrea russa, anche lei è docente in ateneo), dopo una rapida carriera nella facoltà di Giurisprudenza diserta i tomi del diritto ed è attratto dalla vita in strada: per un po' fa il giornalista, poi sceglie la macchina fotografica come strumento per indagare il mondo. Nel 1955 realizza il suo primo reportage (Borgo di Dio, edito da Cinema Nuovo, di cui a Milano sono esposti alcuni scatti), considerato uno dei capolavori della fotografia neorealista italiana. Collabora con le riviste più importanti (Il Mondo di Pannunzio, Il Borghese di Longanesi) e inanella mostre. Ha l'occhio del documentarista e il fiuto del cacciatore di storie e quando nel '61 la rivista svizzera du gli commissiona un ritratto di Palermo (Palermo. Porträt einer Stadt) arriva il successo internazionale, con altri reportage dai paesi etnei, premi e viaggi a New York per committenze importanti.
Dal '69 diventa il Sellerio che meglio conosciamo: con la moglie Elvira Giorgianni fonda la casa editrice che porta il suo nome e se gli dobbiamo eterna gratitudine per i tanti preziosi titoli pubblicati, anche questa
sua «collana per immagini», tra il neorealismo e la fotografia umanista francese alla Henri Cartier-Bresson, è una formidabile voce che racconta, tra malinconia e leggerezza, lo spirito ferito e mai indomito della Sicilia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.