
Nella vita, praticamente in diretta social, di Davide Lacerenza ci sono molti elementi che potrebbero aver “aiutato” gli inquirenti nelle indagini sul “caso Gintoneria”. Da anni infatti l’autoproclamato “King delle notti milanesi” girava almeno una decina di video al giorno: spezzoni di pochi secondi postati in rete dove il “Mose’ dello champagne” dava conto ai suoi follower di quanto accadeva nel locale di via Napo Torriani e non solo. Centinaia di filmini in cui si vede di tutto di più e che potrebbero corroborare le ipotesi accusatorie della Procura di Milano sul fronte droga e prostituzione. Tantissimi i frame in cui si vede Davidone “pippare” (ma questo non è un reato) circondato da presunte escort dall’età “variabile” (ma neanche questo è perseguibile penalmente). Meglio glissare invece, per ragioni di decenza, sul video “privato” di Lacerenza che sniffa cocaina usando una parte intima del corpo della sua giovanissima fidanzata. Scena disgustosa. E lo diciamo con convinzione, anche se qualcuno tirerà in ballo la solita storia del “facile moralismo”. Qui non c’è “moralismo” che tenga: quella roba è inaccettabile. Punto e basta.
Ma, sfruttamento prostituzione e spaccio di droga a parte (questi sì che sono reati), i pm stanno dando la caccia pure all’ipotetico “tesoro della Gintoneria” che qualcuno, forse esagerando, ha quantificato in “80 milioni”. Una cifra enorme, ma non irrealistica, se si analizzano ricavi e utili degli ultimi anni della Ginto Eventi srl, costituita nel dicembre 2018. La società della coppia Lacerenza-Nobile aveva chiuso il 2023 con ricavi vicini ai 2 milioni di euro (circa 600 mila euro in più rispetto all’anno precedente) raccogliendo utili intorno ai 114 mila euro (più del doppio rispetto al 2022).
Alla luce di tanto denaro si comprende bene come anche il fronte dell’autoriciclaggio su cui si sta muovendo la magistratura rappresenti un ambito non secondario dell’inchiesta, ma che anzi potrebbe far fare alle indagini un vero e proprio “salto qualitativo”. Contestualmente all’arresto di Lacerenza e Nobile avvenuto il 4 marzo, la procura milanese ha disposto un sequestro di 900mila euro (ieri i difensori degli indagati hanno presentato ricorso al Riesame ndr), rintracciando 33mila euro in un conto lituano, 40mila euro in conti italiani e 10mila euro in contanti. Briciole rispetto al patrimonio ben più consistente che potrebbe essere stato investito in Albania dove Stefania Nobile ha aperto, chiuso, acquisito e ceduto una serie di locali, compresa una Gintoneria ben più ampia e lussuosa dei 70 metri quadri della Gintoneria milanese.
Un frenetico giro finanziario di compravendite facilitate da una “cultura” fiscale in nero in un Paese dove, se vuoi acquistare immobili e società evitando modalità tracciate, tracciato carta di credito), non ti rispondo certo di “no”: insomma, un contesto ideale per transazioni cash utili a “ripulire” grosse quantità di danaro. Decine i video “albanesi” girati da Stefania Nobile e Wanna Marchi nel paese delle aquile per decantare le meraviglie delle loro attività imprenditoriali.
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