
Scintille a Dritto e Rovescio sul tema dell’immigrazione irregolare legata alla crisi dell’occupazione in Italia. Il conduttore di Rete 4, Paolo Del Debbio, è costretto a intervenire tra l’immigrato in studio e Silvia Sardone, esponente leghista all’Europarlamento. Con il primo che accusa il governo guidato da Giorgia Meloni di essere niente meno che “razzista” e la seconda che risponde a tono a ogni singola stoccata. Protagonista del diverbio anche il sindaco di un piccolo comune della provincia di Bergamo.
È proprio quest’ultimo a lanciare la prima accusa. “I piccoli paesi di montagna hanno la sfortuna di avere le caserme dei carabinieri lontane. Io che faccio il sindaco e la vivo personalmente – spiega – posso dire che in questi centri per migranti litigano sempre”, esordisce il primo cittadino. Che poi rincara la dose: “Se non vogliono rimanere in questi centri – dice riferendosi ai migranti - prendono i pullman, non pagano il biglietto e in più hanno mandato all’ospedale due autisti”. Loro, secondo il sindaco, “vogliono fare i padroni a casa nostra”.
"Faccio parte di chi dice che l'Italia non è razzista, ma questo Governo è molto razzista"#DrittoeRovescio in diretta su #Rete4 e in streaming su Mediaset Infinity pic.twitter.com/YEy5FQkjJw
— Dritto e rovescio (@Drittorovescio_) March 6, 2025
La risposta dell’immigrato in studio non tarda ad arrivare. “Io sento che queto governo è molto razzista. “Ma dove?”, rilancia subito la Sardone evidentemente stupita dall’affermazione. “Ma cosa stai dicendo: questo governo giudica le persone in base al fatto se sono delinquenti o meno”. “Non interrompa e non offenderci”, contrattacca l’immigrato in studio. Partono i fischi dallo studio. Le teoria portate avanti dall’immigrato non convincono gli ospiti di Dritto e Rovescio. La situazione diventa sempre più infuocata e l’intervento del conduttore è d’obbligo: “Lasciamo parlare tutti”.
“Guarda io non tocco più l’argomento, tanto per sentirmi fischiare.
Ma il sindaco dice che non lavoriamo, ma se non abbiamo i documenti come facciamo a lavorare? Non siete capaci di fare una legge e un investimento sull’integrazione”, spiega l’immigrato. Da qui la conclusione del condirettore di Libero, Pietro Senaldi, che prova a ridimensionare il problema: “Ma se non c’è il lavoro per venti italiani, come fa ad esserci per 60 migranti?”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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