Dai formaggi al prosciutto: così Rovagnati è diventato un impero da 300 milioni l'anno

Il boom negli anni Ottanta con i "claim" storici e le telepromozioni di Mike Bongiorno: Rovagnati è arrivata a portare sul mercato 20 tipi diversi di prosciutto

Sede di Biassono, Monza e Brianza
Sede di Biassono, Monza e Brianza
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Lorenzo Rovagnati, 41 anni, era uno dei due eredi della famiglia che ha creato un impero dei salumi in Italia. Insieme al fratello Ferruccio gestiva l'industria alimentare che aveva sede in Brianza e ogni settimana rientrava nel maniero di famiglia tra le colline emiliane. I Rovagnati sono una delle famiglie storiche dell'industria italiana: l'azienda nacque nel 1944 da un'intuizione di Paolo Rovagnati, padre di Lorenzo, che lasciò gli studi per sostenere l'attività di famiglia, che in Brianza produceva burro e formaggi.

Decise di "svecchiare" quell'attività, reinventandola in qualcosa di diverso e così, senza mettersi in competizione con i produttori emiliani, tradizionalisti e radicati nella cultura nazionale, convinse il padre ad avviare un'attività di produzione dei salumi. Erano gli anni del boom economico in Italia, il Secondo dopoguerra si rivelò particolarmente florido per le aziende italiane e Paolo studiò a fondo i nuovi metodi di produzione per realizzare un salume che, fino a quel momento, era considerato quasi di "scarto", il prosciutto cotto. Aveva meno dignità di quello crudo, non era considerato adeguatamente prelibato e pregiato per competere con il "re" dei salumi prodotto soprattutto in Emilia. Aveva una visione e la perseguì con tenacia, arrivando ad appena 24 anni a dirigere l'azienda di famiglia, trasformandola in un player nazionale nella produzione dei salumi.

Il vero boom avvenne negli anni Ottanta, quando Paolo ebbe l'ennesima intuizione: la marchiatura a caldo sulla cotenna del Gran Biscotto il prodotto più importante, rendendolo ben riconoscibile a prima vista tra gli altri prosciutti cotti e facendolo conoscere a milioni di consumatori italiani grazie anche alle promozioni televisive di Mike Bongiorno su "La Ruota della fortuna". Il claim: "Crudo o cotto? Gran Biscotto" è stato per decenni un tormentone e ancora oggi se ne ritrovano tracce nella lingua colloquiale. Tra gli anni Ottanta e Novanta, Rovagnati lancia sul mercato 20 diversi tipi di prosciutto cotto ma Paolo scompare nel 2008, ad appena 64 anni, lasciando tutto in mano ai suoi eredi, giovanissimi.

I due ragazzi, Lorenzo e Ferruccio, dimostrano di avere la visione e l'ambizione del padre e così nel 2012 nasce RovaLab, il laboratorio di analisi chimiche-nutrizionali e microbiologiche. Quelli sono gli anni dell'espansione all'estero dell'industria: prima con le esportazioni di prodotti dalla Francia al Belgio, dalla Germania e Irlanda agli Stati Uniti d'America. Poi con l'apertura del primo impianto produttivo negli Usa, nel 2020 a Vineland in New Jersey.

Da quel momento la crescita è stata enorme e oggi Rovagnati è un marchio simbolo dei Made in Italy conosciuto anche in Canada, Hong Kong, Messico, Singapore, fatturando oltre 300milioni di euro e dando lavoro a oltre 1200 dipendenti.

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