Chiamate lo psicologo, il Milan di Conceiçao ora ha davvero perso la testa

Il Milan fa seguire all'umiliazione di Champions un tracollo inspiegabile col Torino. I due svarioni sono figli di un momento psicologicamente complicato proprio prima degli incroci con Bologna e Lazio

Chiamate lo psicologo, il Milan di Conceiçao ora ha davvero perso la testa
00:00 00:00

Dopo l’inaudita eliminazione dalla Champions, il Diavolo è riuscito, se possibile, a fare ancora peggio, uscendo dalla trasferta in casa del Torino con una sconfitta che suona come una campana a morto per la complicata rimonta dei rossoneri. Ancora prima dei due scontri diretti con Bologna e Lazio, il Milan è stato capace di non approfittare dei due passi falsi delle rivali, sprecando un’occasione forse irripetibile per tornare a battersi per l’Europa che conta. Il Diavolo passa da un’umiliazione all’altra come se non ci fosse un domani, perdendo partite che aveva dominato per ampi tratti a causa di disattenzioni che farebbero imbufalire un allenatore delle giovanili. Se l’eliminazione col Feyenoord aveva causato sconquassi nell’ambiente rossonero, le conseguenze di questa disfatta potrebbero forse essere ancora peggiori, specialmente dal punto di vista mentale.

Un tonfo inspiegabile

Anche per i tifosi più sfegatati, guardare le partite di questo Milan sembra una specie di condanna ai lavori forzati. Nonostante il divario tecnico sembri a favore dei rossoneri, da qualche parte hai sempre la consapevolezza che lo svarione è dietro l’angolo. Anche quando non sottovaluta l’impegno, l’undici di Conceiçao è incredibilmente fragile, privo di quella forza mentale propria delle grandi squadre, sicure che, prima o poi, riusciranno a rimettere a posto la partita. Il piglio del Milan era pure quello giusto, visto che era partito con determinazione, senza risparmiarsi ma l’ha fatto in maniera frenetica, disordinata, affidandosi troppo alle individualità dei propri giocatori più talentuosi. Il Torino di Vanoli regge bene, difendendosi senza scomporsi mai troppo e chiamando un paio di volte in causa Maignan, che ha peraltro risposto alla grande.

Torino Milan Milinkovic-Savic

Una volta tanto, i rossoneri sono anche riusciti a creare parecchie occasioni da gol ma si sono trovati davanti un Milinkovic-Savic in serata spettacolare. A parte il quarto rigore parato a Pulisic, che finora in carriera non aveva mai sbagliato, il portierone serbo è stato determinante anche su Gimenez e Reijnders. Se guardate le statistiche, non si capisce come abbia fatto il Milan a perdere, visto che è stato superiore ai granata in tutto e per tutto. A condannare il Diavolo, due stupidate galattiche. Maignan è in confusione totale e, dopo aver rischiato il patatrac subito su Sanabria, spara un rinvio dritto per dritto addosso a Thiaw, che non può smaterializzarsi. Il tedesco, invece, ha sulla coscienza il 2-1, quando si attarda a protestare con l’arbitro e viene beffato dalla punizione veloce di Sanabria. Ancora una volta sono questi blackout mentali a causare la sconfitta, un eccezione che è diventata una tristissima regola.

Le scelte assurde di Conceiçao

Nello sconforto generale si salvano il giovane Jimenez, il “cagnaccio” Pavlovic, l’unico che non si arrende mai, il solito Reijnders ma anche un Sottil in crescita. I demeriti dei singoli, stavolta, non c’entrano: la colpa è del clima d’incertezza che aleggia sul Diavolo. Alcune scelte di Conceiçao sembrano dettate dalla disperazione. Togliere l’opaco Leão può anche starci ma sostituirlo con Fofana quando sulla mediana sarebbe servita più qualità non ha senso. Il tecnico cambia idea poco dopo, togliendo Musah per tornare al 4-2-4 con Abraham. La scelta più assurda è tenere in campo Joao Felix, che alterna gran giocate a mezz’ore nelle quali ti domandi perché sia in campo. Sono cose del genere a dare spazio alle teorie complottiste che vorrebbero Jorge Mendez ad avere imposto al suo assistito di tenere sempre in campo l’ex Chelsea per trovargli una sistemazione migliore in estate. Non crediate che voci del genere non arrivino in uno spogliatoio sull’orlo di una crisi di nervi.

Torino Milan Conceicao

Il Milan gioca quindi in maniera isterica, deprimendosi sempre di più quando il destino cinico e baro sembra accanirsi contro di lui. Anche Santi Gimenez, che nel primo tempo si era impegnato in un duello rusticano con il portiere granata, deve alzare bandiera bianca. Sul Milan sembra parcheggiata la nuvoletta di Fantozzi, con il suo quadrato di pioggia mentre attorno splende il sole. L’1-2 concesso proprio quando i rossoneri sembravano pronti a fare un sol boccone del Toro è la prova che questo gruppo ha bisogno di uno psicologo. Sia il Sergente che Ibra hanno provato a sferzare i giocatori, facendo appello al loro orgoglio. Ora è il momento di ammettere che questo approccio è stato un fallimento su tutta la linea.

Se vorrà salvare questa stagione disgraziata, il Milan avrà bisogno di una sterzata immediata, cosa più facile a dirsi che a farsi. Il momento della verità è arrivato: senza sei punti tra giovedì e domenica, i rossoneri potranno dire addio all’Europa che conta. E, a quel punto, potrebbe succedere davvero di tutto.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica