Alberto Genovese lavora come volontario in un centro contro la violenza sulle donne

L'ex imprenditore, condannato in via definitiva a 6 anni e 11 mesi carcere per le violenze ai danni due modelle, esce dal carcere di Bollate quattro volte alla settimana per lavorare come volontario

Alberto Genovese lavora come volontario in un centro contro la violenza sulle donne
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Alberto Genovese lavora in un centro per le donne. Come anticipa il Corriere della Sera, l'ex imprenditore del web ha avuto accesso al programma di giustizia riparativa che, nel suo caso, prevede un'attività di volontariato presso l'associazione "Wall of dolls", un'associazione che si batte per contrastare la violenza di genere e offrire supporto alle vittime.

La parabola di Alberto Genovese

Da "re delle startup", quale è stato ribattezzato il 46enne dalla stampa, a detenuto nel carcere di Bollate per due episodi di violenze sessuali ai danni di giovani modelle. Vicende per le quali Genovese era stato arrestato nel 2020 e successivamente condannato, in via definitiva, a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni di carcere. I fatti risalgono all'estate di quattro anni fa, quando l'imprenditore era ancora sulla cresta dell'onda e organizzava festini a "Terrazza sentimento", il superattico in piazza Beltrade a Milano di cui all'epoca era proprietario. Due ragazze, aspiranti indossatrici, lo denunciarono per stupro. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile accertarono che durante quelle feste private si consumavano anche notevoli quantità di sostanze stupefacenti e alcol. A luglio di quest'anno si è aggiunta anche una condanna a un anno e 3 mesi di detenzione per una tentata violenza sessuale, ma la pena non è ancora diventata definitiva. Mentre è stato assolto dalle accuse di violenza sessuale aggravata e stupro di gruppo nell'inchiesta relativa al filone bis delle indagini sui festini a base di sesso e droga tra Milano e Ibiza, dove aveva la residenza estiva.

Il percorso di riabilitazione e il lavoro di volontario

Dall'arresto fino ad oggi, Genovese ha trascorso alcuni periodi in comunità per curare la dipendenza da cocaina. Lo scorso anno, i suoi legali avevano chiesto che potesse lasciare il penitenziario di Bollate per proseguire il suo percorso di riabilitazione in una comunità. Inizialmente la richiesta era stata resta respinta dai giudici, ma a fine luglio il Tribunale di Sorveglianza ha concesso al 47enne la possibilità di lavorare all'esterno del carcere per quattro giorni alla settimana.

Attualmente lavora come volontario nella Casa della Carità di don Virginio Colamegna, che si occupa dell'accoglienza dei senzatetto e, di recente, si è aggiunto l'impegno con il centro per le donne "Wall of dolls". Genovese, che finirà di scontare la pena nel 2027, ha anche finanziato un'associazione per le persone con problemi di tossicodipendenza e, a dicembre del 2023, si è sposato.

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