L'assalto delle toghe prima del voto: chiesto il rinvio a giudizio per Stefano Bandecchi

Secondo la procura di Roma, che ha preso la decisione a cinque giorni dalle regionali in Umbria, la sua Unicusano avrebbe agito come vera e propria holding commerciale, beneficiando però del regime fiscale agevolato destinato alle università

L'assalto delle toghe prima del voto: chiesto il rinvio a giudizio per Stefano Bandecchi
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La procura della Repubblica di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di Stefano Bandecchi: il sindaco di Terni è accusato di avere evaso 13 milioni e 884mila euro come amministratore di fatto dell'università telematica Niccolò Cusano, più nota come Unicusano. La somma non sarebbe stata versata, secondo gli inquirenti, tra il 2018 e il 2022. A riportare la notizia è il Corriere della Sera. La richiesta dei magistrati capitolini arriva a cinque giorni dalle elezioni regionali in Umbra in cui Bandecchi è alleato con il centrodestra in sostegno della presidente della giunta uscente: la leghista Donatella Tesei. Oltre al 63enne leader di Alternativa Popolare, il rinvio a giudizio è stato chiesto per altre tre persone: Giovanni Puoti (presidente del consiglio di amministrazione di Unicusano fra il 2015 e il 2019), Fabio Stefanelli (amministratore delegato tra il 2016 e il 2022) e Stefano Ranucci, quest’ultimo già presidente della Ternana Calcio e della stessa UniCusano fra giugno 2019 e gennaio 2021.

Il sequestro e l'accusa di evasione

Bandecchi, fino al 2021, viene considerato dalla Procura come un amministratore di fatto, mentre dopo avrebbe gestito l'ateneo da presidente del consiglio di amministrazione. È il 18 gennaio del 2023 quando la Guardia di finanza procede al sequestro di circa 21 milioni di euro: fondi che Bandecchi, secondo quanto riporta l'accusa, avrebbe dovuto versare come Ires, in quanto gli inquirenti considerano Unicusano una holding commerciale avendo "dismesso le finalità formative e sociali in favore delle esigenze di profitto a partire dal 2011". All'epoca la reazione all'esecuzione del provvedimento da parte dell'attuale primo cittadino ternano fu piuttosto forte, commentando: "Non mi fido della Guardia di finanza e della giustizia, ma so che la ragione arriverà a premiarmi". Una frase rimasta impressa in una registrazione audio a cui seguirono diversi commenti alquanto coloriti sull'operato della giustizia e delle Fiamme gialle. Tale misura è stata confermata dalla Cassazione.

Il percorso politico di Bandecchi

Stando a quello che è stato ricostruito dalla Procura di Roma, il primo episodio risalirebbe al 29 gennaio del 2018. Questa è la data in cui emerge che nella dichiarazione Ires dell'anno di imposta 2016 gli imputati non avrebbero dichiarato elementi imponibili per circa dieci milioni di euro, evadendo un'Imposta sul reddito delle società complessiva pari a due milioni e 358 mila euro. Schema che, con diverse cifre, si sarebbe ripetuto fino al 2022, almeno secondo i pubblici ministeri. Livornese, classe 1961, Bandecchi diventa coordinatore nazionale di Alternativa Popolare nel 2022 dopo esservi aderito cinque anni prima. Dopo non essere riuscito a entrare all'ultimo momento nella lista del Terzo polo come candidato alla Camera dei deputati alle elezioni politiche, l'imprenditore si candiderà a sindaco di Terni nel maggio 2023, sconfiggendo al ballottaggio il candidato del centrodestra, l'assessore uscente al bilancio Orlando Masselli, con il 54,73%.

Gli va meno bene l'avventura alle elezioni europee di quest'anno, con il suo partito che non supera la soglia di sbarramento del 4%, prima di siglare un accordo di alleanza con Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia per le elezioni regionali in Liguria, Emilia-Romagna e la "sua" Umbria.

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