Spezzato in 4 parti durante il volo. Quel Boeing sparito dai radar e ritrovato in mare

Un Boeing 747 della China Airlines decollato da Taipei con direzione Hong Kong scompare dai radar. I resti dell'aereo ritrovati in mare, insieme alle 225 persone che persero la vita nello schianto

Spezzato in 4 parti durante il volo. Quel Boeing sparito dai radar e ritrovato in mare

Il 25 maggio 2002 il volo China Airlines 611, decollato da Taipei con direzione Hong Kong esplose in volo, dopo essere scomparso dai radar, disintegrandosi al largo delle isole Penghu, nello Stretto di Taiwan. Nell’incidente morirono tutte le 225 persone presenti a bordo.

L’incidente e il recupero delle vittime

25 maggio 2002. Dall’Aeroporto Internazionale Chiang Kai-Shek di Taipei decollò un Boeing 747 della compagnia aerea cinese, China Airlines, diretto ad Hong Kong. A bordo della cabina di pilotaggio erano presenti il comandante, il primo ufficiale e un ingegnere di volo.

L'aeromobile partì alle 14:50, ora locale, senza problemi, sebbene nei 27 secondi prima dell’incidente effettuò la salita molto velocemente, ma entro i limiti previsti per quel tipo di velivolo. Circa 20 minuti dopo il decollo il volo China Airlines 611 svanì dai radar, senza aver inviato alcun segnale d’emergenza. Dov’era finito l’aereo?

Appena dalla torre di controllo si accorsero della sparizione del volo 611 dai radar, vennero inviati i soccorsi per ritrovare il Boeing e alle 17:05 un aereo militare C-130 avvistò delle chiazze d'olio e i resti di un aereo di linea in mare, al largo della città di Makung. La Guardia Costiera, coadiuvata dalla Marina e da alcune navi da pesca confermarono che si trattava proprio del volo China Airlines 61 e recuperarono 175 dei 206 passeggeri, alcuni in mare, altri all’interno del velivolo affondato, seduti al proprio posto, con ancora la cintura allacciata.

Durante le indagini gli investigatori notarono che il 92% delle vittime ritrovate in acqua occupavano posti compresi tra le file 42 e 57, nella parte posteriore dell’aereo (Zona D ed E), mentre i passeggeri recuperati senza vita ancora dentro il velivolo, erano seduti nella parte anteriore dell’aereo, ovvero tra la zona A e la C. Altro fatto insolito che constatarono gi inquirenti fu che i passeggeri che sedevano nelle file posteriori erano senza vestiti, o con gli abiti strappati, mentre gli altri presentavano ancora gli abiti addosso. Era possibile che l’esplosione che disintegrò il velivolo avvenne nella parte posteriore?

Le indagini

Dai dati radar gli inquirenti scoprirono che l’aereo si era spezzato in 4 parti. Ma cosa causò l’incidente costato la vita a ben 225 persone? Dalla scatola nera emerse che non solo l’aereo salì di quota molto velocemente, ma che poco prima del disastro, uno dei 4 motori iniziò a dare meno spinta. Nel rapporto finale la causa del disastro venne imputata all’affaticamento del metallo dovuta alla scarsa manutenzione del Boeing, effettuata anni prima dopo un precedente incidente. Gli inquirenti nel rapporto conclusivo scrissero che quello stesso velivolo ebbe un incidente definito da “tailstrike” il 7 febbraio 1980, mentre atterrava all’aeroporto di Hong Kong. Questo particolare tipo di incidente si verifica quando la parte posteriore di un aeromobile tocca la pista, durante le fasi di atterraggio o di decollo.

Volo China Airlines 611

Dopo l’incidente del 1980 l’aereo venne depressurizzato e il giorno seguente subì una riparazione provvisoria alla parte di fusoliera, che si trovava nella sezione 46, per poi essere riparata definitivamente a maggio dello stesso anno. Ciò che gli inquirenti imputarono alla compagnia cinese, era che la riparazione era stata effettuata senza rispettare le direttive del manuale di riparazione della Boeing. Infatti la parte danneggiata della fusoliera non venne sostituita e la piastra supplementare che avrebbe dovuto coprire la zona danneggiata almeno del 30%, a malapena ricopriva la zona compromessa. Il Boeing continuò a volare per bene 22 anni, quando le continue pressurizzazioni e depressurizzazioni indebolirono a tal punto la fusoliera, che il 25 maggio 2002 si staccò e provocò il disastro che disintegrò il velivolo.

China Airlines contestò il rapporto, sostenendo che non vi erano prove certe che la causa dell’incidente del volo 611 fosse da imputare alla cattiva manutenzione condotta dai tecnici della compagnia. Ma gli inquirenti trovarono alcune foto scattate 7 anni prima del disastro del volo 611, in cui si vedono chiaramente delle macchie di nicotina proprio intorno alla piastra danneggiata. La macchie di nicotina provenivano dalle sigarette fumate dai passeggeri quando era ancora consentito fumare a bordo degli aeromobili, e costituivano la prova che si erano formate delle crepe nella piastra, tra le quali si era infiltrata la nicotina, a causa delle continue pressurizzazioni che si verificano quando un aereo raggiunge la quota di crociera. Purtroppo però, nessun ingegnere o addetto alle riparazioni della China Airlines si accorse di nulla in ben 22 anni.

I precedenti

Quello del volo China Airlines 611 non è l’unico incidente dovuto ad un tailstrike: il 12 agosto 1985 un volo della Japan Airlines si schiantò al suolo dopo aver perso la

coda, a causa di un’errata riparazione alla paratia di pressione posteriore. Sull’aereo giapponese morirono 520 persone, collocando la tragedia al secondo posto come peggior incidente aereo della storia, dopo il disastro di Tenerife.

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