L'ultima sparata woke: la fotografia ha un passato sessista e colonialista

Nota per iniziative di questo tipo, la Tate Britain ha organizzato una mostra dedicata all’epoca di Margaret Thatcher in quanto “uno dei decenni più critici del Regno Unito”

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Non ci sono più dubbi: la Tate Britain è ostaggio della religione woke. La celebre galleria londinese è finita al centro del dibattito pubblico in più di un’occasione per le sue particolari iniziative, basti pensare al tentativo di cancellare il pittore anti-nazista Rex Whistler, morto da eroe in Normandia ma un mero razzista secondo qualche solone. Ebbene, l’ultima vittima del clan del risveglio è la fotografia a causa del suo “passato sessista e colonialista”.

Non è uno scherzo. La Tate Britain ha organizzato la mostra “The 80s: Photographing Britain” che offre uno sguardo sull’epoca di Margareth Thatcher, che secondo gli attivisti chiamati in causa rappresenta“uno dei decenni più critici del Regno Unito”. La tesi della galleria è semplice: la fotografia ha un “passato sessista e razzista” e gli artisti selezionati hanno provato ad affrontare questa macchia indelebile. Ma non è tutto. Il programma della rassegna evidenzia che “la fotografia era uno strumento prezioso per le potenze coloniali” poiché “hanno reso creato stereotipi razzisti che hanno legittimato la missione degli imperi”.

Le immagini selezionate cercano di sfidare questo“sguardo coloniale” attraverso una “lente attivista”. La mostra spazia dagli “omicidi razzisti” ai “paesaggi di corpi neri”: "Questa mostra ripercorre il lavoro di una comunità eterogenea di fotografi, collettivi e pubblicazioni, che hanno creato risposte radicali ai turbolenti anni di Thatcher - riporta il Telegraph - Sullo sfondo delle rivolte razziali, degli scioperi dei minatori, della sezione 28 (che proibisce alle autorità locali di promuovere l'omosessualità, ndr), della pandemia di AIDS e della gentrificazione, lasciati ispirare da storie di protesta e cambiamento".

L'ennesimo tentativo di accontentare questa o quella minoranza e puntare il dito contro

il maschio bianco occidentale. Naturalmente non manca un riferimento alla ricchezza: in una sezione si afferma che"la filosofia economica conservatrice ha reso più ricchi i più ricchi della società".

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