"Ero nervoso, sono uscito con un coltello". Così Daniel Rezza ha ucciso Manuel per le cuffie da 14 euro

Daniele Rezza ha ucciso Manuel per un paio di cuffiette da meno di 15 euro. Agli inquirenti ha dichiarato: "Ero nervoso, mi sono messo un cotello da cucina nei pantaloni"

"Ero nervoso, sono uscito con un coltello". Così Daniel Rezza ha ucciso Manuel per le cuffie da 14 euro
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Essere uccisi per un paio di cuffie da 15 euro. Manuel Mastrapasqua è morto così, assassinato dalle coltellate di Daniele Rezza, 19enne, che si è costituito alla Polfer della stazione di Alessandria. Poco prima delle tre del mattino, l'omicida incrocia casualmente la strada della sua vittima, che sta rientrando dal turno di lavoro in un supermercato in via Farini, a Milano. Un lungo viaggio in notturna quello di Manuel, che dopo aver preso alcuni mezzi è tornato a Rozzano per fare rientro a casa. Metro, tram e quindi un pezzo di strada a piedi. "Non gli dispiaceva viaggiare per due ore dal supermercato perché si rilassava", ha dichiarato la sorella ai microfoni del Tg3. Intanto è stata aperta la raccolta fondi per aiutare la famiglia di Manuel a coprire le spese e finora sono stati accumulati circa 5mila euro. Messaggiava con la fidanzata in Liguria quando è stato ucciso, le stava mandando un messaggio vocale che non è mai arrivato. "Mi stai mandando l’audio più lungo della storia", è stato l'ultimo messaggio della fidanzata. Ma Manuel era già morto.

Rezza è un 19enne di Pieve Emanuele, comune confinante con Rozzano. Da minorenne è stato denunciato per furto, a 18 per rapina. Ora si trova in carcere con l'accusa di omicidio, per aver ucciso un ragazzo di 31 anni. Anche lui lavorava in un supermercato, come la sua vittima, ma non si conoscevano. Forse si erano incrociati qualche volta di vista, non sarebbe strano, visto che vivevano a meno di un chilometro di distanza l'uno dall'altro. Ai carabinieri ha detto che non pensava "di averlo ucciso", subito dopo aver aggredito Manuel con un coltello, colpendolo al costato destro e rispondendo alla reazione della sua vittima al tentativo di furto delle cuffiette. Rezza torna a casa e si mette a letto. Poi confessa il delitto ai genitori, che ai carabinieri dicono di "non avergli creduto". Ancora non ha rivelato dove ha nascosto l'arma, mentre le cuffiette, che alla fine ha preso alla sua vittima, sono state trovate in un cestino della spazzatura poco distante da dove si è consumato il delitto. Secondo la teoria investigativa, sarebbe stato il padre a nasconderle, perché il giovane ha dichiarato di averle portate a casa. La tuta nera che indossava quella notte, invece, è stata subito lavata al suo rientro a casa.

"Ero nervoso, non era stata una bella giornata, mi sono messo un coltello da cucina nei pantaloni. Lo so che ho sbagliato, che non si esce con un coltello...", ha detto agli investigatori che l'hanno interrogato. Al padre avrebbe dichiarato di voler scappare in Francia ed è stato lui ad accompagnarlo alla stazione di Pieve Emanuele, da cui poi Rezza ha raggiunto Alessandria. Forse per uno scrupolo, o per cambiare treno, è sceso in stazione e lì è stato fermato dalla Polfer per un controllo, uno di quelli a campione che vengono effettuati nelle stazioni per la sicurezza dello Stato. Gli chiedono i documenti, lui li consegna regolarmente. Gli agenti non trovano nulla a suo carico, quindi glieli restituiscono e tutto sembra procedere normalmente. Ma Rezza non fa che qualche passo e poi forse quel macigno che si portava dietro da qualche ora diventa per lui insostenibile.

Torna indietro e ferma gli agenti: "Ho un peso addosso. Ho fatto una cazzata a Rozzano, ho ucciso una persona". Ora si trova nel carcere di San Vittore a Milano, in attesa dell'udienza di convalida del fermo.

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