La scatola nera, l'allarme in ritardo, l'equipaggio: i misteri del naufragio di Palermo

I punti oscuri dell'inchiesta sul naufragio del veliero affondato a Porticello (Palermo) lo scorso 19 agosto. Gli indagati sono tre: il capitano, l'ufficiale di macchine e il marinaio di guardia in plancia

La scatola nera, l'allarme in ritardo, l'equipaggio: i misteri del naufragio di Palermo
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Sono tre gli indagati nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Procura di Termini Imerese sull'inabissamento del Bayesian, il veliero battente bandiera inglese affondato davanti allo specchio d'acqua del molo di Porticello, nel territorio di Santa Flavia, in provincia di Palermo, all'alba del 19 agosto. Si tratta del capitano del lussuoso yacht, il 51enne neozelandese James Cutfield, l'ufficiale addetto alla sala macchine, Tim Parker Eaton, e il marinaio di guardia in plancia Matthew Griffith, francese di 22 anni. I reati contestati sono di naufragio e omicidio plurimo colposo. Cutfield è ancora in l'Italia, mentre gli altri due indagati hanno lasciato il Paese. Quanto alle indagini, restano ancora molti punti oscuri sul misterioso affondamento.

L'ormeggio

Una delle domande ancora senza risposta riguarda l'ormeggio: perché il comandante del veliero non ha cercato un posto più sicuro in previsione della burrasca? Al riguardo l'ammiraglio della Guardia Costiera Raffaele Macauda, intervenendo in conferenza stampa lo scorso sabato, aveva chiarito che il Meteomar (un bollettino metrologico per le navi in navigazione nel Mar Mediterraneo ndr) prevedeva nella zona isolati temporali, ma non c'era stata nessuna segnalazione in merito all'imminente tempesta. Sta di fatto che alle 3.50 di notte, un'improvvisa burrasca si è abbattuta sul porto di Porticello e ha colpito anche il Bayesian. Come è emerso poi dal sistema di tracciamento Ais, una particolare tecnologia nautica che consente lo scambio di informazioni sulla navigazione di una qualunque imbarcazione e le stazioni costiere, il veliero è colato a picco in soli 16 minuti a causa di un downburst. Possibile che un capitano di lungo corso come Cutfield non si sia accorto dell'arrivo di una tromba marina?

L'allarme in ritardo

Un altro elemento che getta ombre sul naufragio è l'allarme lanciato in ritardo. Alle 4.06 di quella drammatica notte era partito il segnale satellitare automatico dell'affondamento, ma solo ventotto minuti dopo è stato lanciato un razzo di segnalazione da una scialuppa di salvataggio. Sul punto gli inquirenti chiamano in causa il marinaio di plancia Matthew Griffith. Era lui di guardia sul ponte: perché non ha svegliato gli ospiti del veliero segnalando l'imminente arrivo della tempesta?

L'equipaggio e le vittime

C'è poi una stranezza. Come mai si sono salvati i membri dell'equipaggio, a parte il cuoco di bordo, Recaldo Thomas, e le altre vittime (sei) sono tutti passeggeri? E qui si fa largo l'indiscrezione relativa a un eventuale e ipotetico complotto ai danni di Michael Lynch, il "Bill Gates" inglese, come era stato ribattezzato il multimilionario britannico dalla stampa estera, morto anche lui nel naufragio assieme alla figlia Hannah, di soli 18 anni. Pochi giorni prima, il 59enne aveva vinto una causa che lo vedeva imputato con l'accusa di frode ai danni della Hewlett-Packard, una multinazionale statunitense dell'informatica. C'entra qualcosa con l'affondamento del Bayesian? Difficile sostenere l'ipotesi di una trama macabra e oscura a fronte di un evento meteorologico eccezionale.

L'acqua nel veliero

Un altro punto da chiarire riguarda la quantità d'acqua imbarcata dal veliero. Perché si è allagato in poco tempo? Dalle ispezioni degli speleosub non sono risultati finora squarci nello scafo. Invece sembra che al momento del naufragio la deriva mobile fosse sollevata, circostanza che potrebbe aver compromesso la stabilità dell'imbarcazione determinando il successivo affondamento. Ed è il motivo per il quale la Procura di Termini Imerese ha iscritto nel registro degli indagati l'ufficiale di macchine Tim Parker Eaton. I magistrati contestano al 56enne di non aver attivato i sistemi di sicurezza deputati a chiudere i portelloni dell'imbarcazione. Una disattenzione che avrebbe fatto allagare la sala macchine durante la tempesta, provocando un black out.

La scatola nera

Infine, bisognerà capire se sul Beyesian fosse presente una scatola nera. "Allo stato non abbiamo la certezza della presenza di una scatola nera.

- aveva spiegato in conferenza stampa il pm Raffaele Cammarano, che coordina l'inchiesta - Bisognerebbe effettuare degli accertamenti all'interno dello scafo". Accertamenti che, al momento, non sono fattibili, visto che il mega yacht giace ancora a 50 metri di profondità. Resta, pertanto, il mistero di una tragedia che ha provocato la morte di sette persone.

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