Intervista a Morawiecki (Pis): "Insieme a Ppe e Patrioti, Ecr costruisce un'asse per il futuro. Pronto a guidare i Conservatori"

L'ex premier polacco: sulla presidenza deciderà Meloni, l'ho invitata a Varsavia a dicembre. E su Fitto: sarà uno dei pilastri della Commissione, lo sostengo e ce la farà. Domani l'intervista integrale in edicola sul Giornale

Intervista a Morawiecki (Pis): "Insieme a Ppe e Patrioti, Ecr costruisce un'asse per il futuro. Pronto a guidare i Conservatori"
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L'ex premier polacco Mateusz Morawiecki è l’ospite d’onore del panel che chiude il secondo congresso sulla famiglia organizzato a Dubrovnik da Ecr. Una presenza attesa, anche perché l’esponente di Pis è destinato a succedere a Giorgia Meloni alla presidenza del partito dei Conservatori e riformisti europei. Un passaggio di consegne nell’aria da tempo, anche visto l’impegno che Palazzo Chigi inevitabilmente comporta per la leader di Fdi. Non è un caso che oltre a parlare di politiche per la famiglia, Morawiecki concluda il suo intervento in Croazia con una lunga riflessione sul «conservatorismo moderno» che dovrebbe puntare ad «accompagnare le innovazioni del mondo intorno a noi preservando ciò che è radicato nella tradizione e nei valori cristiani». L’ex premier polacco auspica «un approccio ragionevole e di buon senso», grazie al quale «ci ascolteranno», così da «presentare un’offerta interessante per le nuove generazioni restando fedeli ai nostri valori».

Quando scende dal palco, però, Morawiecki si sofferma anche sui tempi di attualità, a partire da quella che per Ecr è una partita fondamentale: la nomina di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo della Commissione Ue.

L’audizione in commissione Regi è prevista per il 12 novembre. Teme possano esserci problemi o pensa che alla fine arriverà ad avere i due terzi dei voti necessari?
«Sicuramente lo spero. Sostengo Fitto con tutto il cuore e sto facendo lobbing per lui. Cerco di trovare quanti più amici possibile nel Parlamento europeo e nelle commissioni, perché è molto importante che la sua nomina a vicepresidente esecutivo venga ratificata. Fitto sarà uno dei pilastri più importanti della nuova Commissione e sono fermamente convinto della sua capacità non solo di destreggiarsi tra gli scogli, ma anche di riuscire a trovare un terreno comune per molti progetti importanti. Dopo aver parlato molte volte con Giorgia Meloni e i suoi, so che Fitto e tutta la delegazione italiana sono concentrati sul riconquistare competitività in Europa nel contesto della decarbonizzazione e del cambiamento tecnologico. E tutto ciò è di fondamentale importanza. Serve un piano ambizioso e credibile e Fitto è così esperto da riuscire a trovare il percorso adeguato per presentare un piano credibile, con investimenti per questa nuova politica economica, climatica e demografica di cui abbiamo discusso qui a Dubrovnik».

Il gruppo di S&D, però, non ha affatto gradito che a un esponente di Ecr - che non fa parte della cosiddetta «maggioranza Ursula» - von der Leyen abbia comunque voluto affidare un ruolo apicale.
«Sento le polemiche provenienti dal campo socialista. E, va detto, non mi piacciono. Peraltro, insieme ai Patriots, Ecr e il Ppe hanno dato vita in molte occasioni a una maggioranza per realizzare cose diverse. E questo indipendentemente dalla coalizione che ha votato a favore della presidente von der Leyen qualche mese fa. Io penso che su queste basi possiamo costruire una vera coalizione per il futuro, per occuparci di ciò di cui l’Europa ha davvero bisogno».

L’11 e 12 dicembre a Varsavia si terrano gli Study days di Ecr. Pensa che potrebbe essere il momento giusto per eleggere un nuovo presidente del partito dei Conservatori e riformisti europei?
«Potrebbe essere, ma ancora non è stato deciso nulla. È tutto nelle mani di Meloni, che è stata ed è un grande presidente di Ecr. Ne parleremo in un futuro non troppo lontano».

Ha invitato la premier a Varsavia?
«L’ho fatto, ma mi rendo anche conto di quanto lei sia impegnata.

Ne abbiamo parlato tre giorni fa a Bruxelles, mi ha detto che proverà ad esserci, ma resta da vedere se sarà possibile».

Lei comunque è pronto per un eventuale passaggio di consegne?
«Lo sono, certamente lo sono».

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