Libano, da Netanyahu l'ok alla tregua: "Ci concentriamo sulla minaccia iraniana"

Dopo l'ok israeliano, arriverà l'annuncio franco-americano. Alla stessa ora si prevede che anche il primo ministro ad interim del Libano, Najib Mikati, rilascerà una dichiarazione

Libano, da Netanyahu l'ok alla tregua: "Ci concentriamo sulla minaccia iraniana"
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Questa sera potrebbe iniziare la tanto attesa tregua tra Libano e Israele. La dichiarazione a firma di Joe Biden e Emmanuel Macron che annuncia il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah dovrebbe essere pubblicata, infatti, alle 21.00 (ora italiana). A riportarlo, il quotidiano israeliano Haaretz che cita il canale d'informazione libanese Al Jadeed. In concomitanza con la dichiarazione Usa-Francia è attesa una presa di posizione del premier libanese Najib Mikati in cui verrà accolto l'accordo di cessate il fuoco.

Nel frattempo, a chiusura del lungo meeting pomeridiano, il gabinetto di sicurezza israeliano ha assicurato che darà "questa sera" il suo via libera all'accordo: a dichiararlo il premier israeliano Benjamin Netanyahu. "Presenterò al gabinetto di guerra un piano per il cessate il fuoco in Libano. La durata dipenderà da cosa succede in Libano. C'è un accordo con gli Usa e manteniamo la piena libertà di continuare le operazioni militari", ha ribadito il primo ministro. La durata del cessate il fuoco dipenderà da ciò che accadrà in Libano, Israele, infatti, manterrà la totale libertà di movimento. Tre le ragioni addotte dal premier: concentrarsi sulla minaccia iraniana, permettere alle forze armate di riprendere fiato e assicurare il ritorno in patria degli ostaggi di Hamas a Gaza

"Sosteniamo i negoziati in corso per un cessate il fuoco immediato tra Israele e Hezbollah e la piena attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ora è il momento di concludere un accordo diplomatico e accogliamo con favore gli sforzi compiuti in tal senso", si legge nella dichiarazione finale del G7 Esteri a Fiuggi-Anagni. Nel testo si sottolinea "ancora una volta il ruolo svolto dalle Forze armate libanesi e dall'Unifil, la cui posizione dovrebbe essere rafforzata, al fine di adempiere alle rispettive responsabilità", esprimendo "profonda preoccupazione per i recenti attacchi" contro la missione Onu schierata nel sud del Libano. "Siamo allarmati dal crescente numero di vittime lungo la Blue Line", hanno continuato i ministri degli Esteri dei Paesi del G7, affermando che "agli sfollati su entrambi i lati della Blue Line deve essere consentito di tornare alle loro case in sicurezza". Un funzionario statunitense ha dichiarato alla CBS News che il team di transizione del presidente eletto Donald Trump è stato aggiornato in merito all'imminente accordo, aggiungendo di aver valutato positivamente il piano.

Una scelta che ora rischia di spaccare l'establishment di Tel Aviv: l'ex primo ministro Naftali Bennett critica duramente l'accordo di cessate il fuoco di Hezbollah che il gabinetto di sicurezza dovrebbe approvare questa sera, affermando che non impedirà a Hezbollah di lanciare attacchi contro Israele. In una dichiarazione video, Bennett denuncia la mancanza di una zona cuscinetto pianificata in Libano, affermando che Hezbollah sarà in grado di ricostruire le case lungo il confine, che il gruppo terroristico potrà utilizzare come punto di partenza per un'invasione del nord e come punto da cui lanciare missili anticarro. “Hezbollah ha ancora una scorta di decine di migliaia di razzi”, dice Bennett, “e può continuare a produrre [armi] e a riarmarsi”, ha dichiarato.

Intanto, caccia israeliani hanno colpito oltre 180 obiettivi di Hezbollah in tutto il Libano. Lo comunica l'Idf, citato da Times of Israel. Secondo l'esercito, gli attacchi hanno colpito centri di comando, depositi di armi e altre infrastrutture di Hezbollah a Beirut, nel Libano meridionale e nella valle della Beqàa.

Pesanti massici bombardamenti su Beirut per tutta la giornata: per la prima volta, le Idf hanno diramato avvisi di evacuazione per i siti situati al di fuori della roccaforte di Hezbollah, nella periferia meridionale di Beirut. Le Idf avevano già avvisato che avrebbero colpito numerose filiali dell'associazione Al-Qard al-Hasan, notoriamente utilizzata da Hezbollah come una sorta di banca, in tutto il Libano.

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