"Zelensky è un maiale". "Ucraini non siete soli". Le reazioni dopo il ring alla Casa Bianca

Finisce nel peggiore dei modi l'incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky

"Zelensky è un maiale". "Ucraini non siete soli". Le reazioni dopo il ring alla Casa Bianca
00:00 00:00

Un acceso scontro nello Studio Ovale ha fatto saltare la conferenza stampa tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino, atteso per firmare un accordo sulle terre rare, ha infiammato il dibattito rievocando l’invasione russa del 2014 e l’inerzia occidentale.

Il coro dell'establishment Usa

JD Vance ha subito replicato, accusandolo di mancanza di rispetto e di arruolare coscritti per colmare le falle al fronte. Zelensky ha tentato di difendersi, ma il vicepresidente lo ha incalzato sul reclutamento e sui suoi viaggi in America. Trump ha poi alzato il tono: “Non dirci cosa sentiremo! Non hai le carte!” Quando Zelensky ha chiesto garanzie, il tycoon ha ribattuto: “Senza di noi la guerra sarebbe finita in due settimane. Devi essere più riconoscente”. Tutto in diretta mondiale, nel momento più complesso a livello mondiale dal Secondo Dopoguerra. Lo scontro si è chiuso con un clima gelido e i giornalisti allontanati. Zelensky invitato ad andare via. "Sono scioccato di come Zelensky si è comportato nello Studio Ovale", ha tuonato il segretario al Tesoro Scott Bessent in un'intervista a Bloomberg, sottolineando che il leader ucraino ha fatto "uno dei maggiori autogol di sempre".

Medvedev, Zakharova e Orban appoggiano Trump

Il match tra i due presidenti ha immediatamente scatenato le reazioni della diplomazia internazionale, pronta a scindersi in due squadre, l'un contro l'altra armate. Mosca è intervenuta immediatamente a mezzo del falco Dmitry Medvedev: "Per la prima volta Trump ha detto in faccia al clown cocainomane la verità: il regime di Kiev sta giocando con la Terza Guerra Mondiale. E il maiale ingrato ha ricevuto uno schiaffo deciso dai proprietari del porcile. Questo è utile. Ma non basta: dobbiamo fermare gli aiuti militari alla macchina nazista", scrive in un post sul social X il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo. "Credo che la più grande bugia di Zelensky sia stata la sua dichiarazione alla Casa Bianca sul fatto che il regime di Kiev sarebbe stato lasciato solo nel 2022, senza alcun sostegno. Come Trump e Vance si siano trattenuti e non abbiano preso a schiaffi quel bastardo è un miracolo di resistenza", scrive su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. Fra i sostenitori della linea Trump, il primo ministro ungherese, Viktor Orban: "Gli uomini forti fanno la pace, quelli deboli fanno la guerra. Oggi il Presidente Donald Trump si è schierato coraggiosamente per la pace. Anche se per molti è stato difficile da digerire. Grazie, signor Presidente!".

L'Italia invita alla moderazione

Giunge dall'Italia anche la reazione del premier Giorgia Meloni: "È necessario un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a partire dall'Ucraina, che insieme abbiamo difeso in questi anni, e di quelle che saremo chiamati ad affrontare in futuro. È la proposta che l'Italia intende fare ai suoi partner nelle prossime ore". E aggiunge: "Ogni divisione dell'Occidente ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà. Non del suo potere o della sua influenza, ma dei principi che l'hanno fondata, primo fra tutti la libertà. Una divisione non converrebbe a nessuno", sottolinea il presidente del Consiglio.

La coesione europea e il coinvolgimento dell'Ucraina nelle trattative sono fondamentali per garantire una "pace giusta", ha scritto su X il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani. "Nel momento di grande tensione che stiamo vivendo, è fondamentale mantenere i nervi saldi", ha scritto Tajani, aggiungendo che "serve una pace giusta e non ci potrà essere trattativa senza Ucraina e senza Europa".

Da Macron a Merz, il coro europeo

Pronto a scendere in campo a difesa di Kiev il primo ministro della Polonia Donald Tusk: "Caro Volodymyr Zelensky, cari amici ucraini, non siete soli", scrive sul medesimo X dei suoi omologhi. “C'è un aggressore, che è la Russia, e un popolo aggredito, che è l'Ucraina”, ha ribadito il presidente francese Emmanuel Macron, reduce anch'egli dagli Stati Uniti, commentando l'acceso incontro alla Casa Bianca. “Dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno aiutato e rispettare coloro che hanno combattuto fin dall'inizio”, ha aggiunto, parlando dal Portogallo, dove si trova in visita, "abbiamo fatto bene ad aiutare l'Ucraina e a sanzionare la Russia tre anni fa e a continuare a farlo". "L'Ucraina non è sola. La Germania, insieme ai nostri alleati europei, è unita al fianco dell'Ucraina e contro l'aggressione russa. L'Ucraina può contare sul sostegno incrollabile della Germania, dell'Europa e oltre. La loro difesa della democrazia e la loro ricerca di pace e sicurezza sono le nostre", commenta sui suoi social la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, dopo il discusso incontro alla Casa Bianca. "Siamo al fianco dell'Ucraina nei momenti belli e in quelli difficili. Non dobbiamo mai confondere aggressore e vittima in questa terribile guerra", ha affermato da parte sua da Berlino il vincitore delle elezioni Friedrich Merz.

Sulla stessa linea anche il premier spagnolo Pedro Sanchez che su X in tre lingue ribadisce: "Ucraina, la Spagna è con te". "La Svezia sta con l'Ucraina. Non stai lottando solo per la tua libertà, ma anche per quella di tutta l'Europa.

Slava ukraini", scrive sulla piattaforma il premier svedese Ulf Kristersson. Fanno quadrato anche i Baltici, nonostante la loro irritazione per essere stati esclusi dal vertice di Londra di domenica prossima sulla difesa europea e la sicurezza in Ucraina.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica