Siria: i ribelli avanzano verso Sud, scontri con l'esercito ad Hama. Assad: "Sradicheremo il terrorismo con la forza""

Aleppo è ormai nelle mani dei ribelli, che controllano anche l'aeroporto internazionale della città. Nessuna conferma sulle voci di golpe a Damasco

Siria: i ribelli avanzano verso Sud, scontri con l'esercito ad Hama. Assad: "Sradicheremo il terrorismo con la forza""

Un'altra notte di tensione è appena trascorsa in Siria. Secondo quando riferito dal governo libanese in un post pubblicato su X Abu Muhammad al Jolani, capo di Hayat Tahrir al Sham, sarebbe stato ucciso in un raid aereo russo su Idlib. Almeno 16 civili sono stati uccisi e altri 20 sono rimasti feriti in un attacco di caccia, presumibilmente di Mosca, che hanno preso di mira un raduno di persone presso la rotonda di Al-Basel nella città di Aleppo. Il numero di civili e combattenti uccisi nelle campagne di Idlib e Aleppo durante l'operazione "Deterrence of Aggression", iniziata nelle prime ore del 27 novembre, è aumentato a 327.

Questa mattina i jihadisti sono entrati nella città di Hama, secondo i media turchi. Ora puntano a conquistare Tal Rifat, altro importante centro strategico per la presenza di un aeroporto. Da Teheran, intanto, giunge una risposta forte e chiara: l'Iran "sostiene fermamente l'esercito e il governo" siriani dopo l'offensiva dei ribelli. Lo fa sapere il capo della diplomazia iraniana Abbas Araghchi, che sarà oggi in Siria per colloqui e si sposterà successivamente ad Ankara. Secondo quest'ultimo, l'accaduto è parte di "un piano americano-sionista per distruggere la stabilità e la sicurezza della regione".

La situazione ad Aleppo

Dopo essere entrati ad Aleppo, gli insorti siriani hanno cominciato ad avanzare, mentre il presidente Assad sostiene di aver ancora il potere per poterli sconfiggere. Qualche succinto comunicato, nulla di più, dopo che il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov non ha voluto confermare la sua presenza in quel di Mosca. Intanto, per tutta la notte, si sono susseguite voci di un presunto colpo di Stato a Damasco che, tuttavia, non sembrano aver trovato conferma. Migliaia di ribelli hanno conquistato la maggior parte di Aleppo nella giornata di ieri, stabilendo posizioni nella città, prima di espandere la loro offensiva d'urto nelle aree limitrofe. L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha dichiarato che i jihadisti hanno preso il controllo dell'aeroporto di Aleppo. I combattenti hanno affermato di essersi impadroniti dell'area e hanno pubblicato immagini da lì. Migliaia di combattenti si sono anche spostati, senza quasi incontrare resistenza da parte delle forze governative, per conquistare città e villaggi nel nord di Hama, una provincia in cui erano presenti prima di essere espulsi dalle truppe di Damasco nel 2016.

I ribelli respinti a Maardes

Le truppe di Assad sembrano, tuttavia, aver rafforzato le difese di Hama e respinto i jihadisti da Maardes, situato a nord della città. L'esercito siriano ha annunciato di aver espulso i ribelli da due aree della provincia di Hama. "Le unità delle nostre forze armate che operano nella direzione del nord di Hama hanno rafforzato le loro linee difensive con ogni tipo di materiale e personale militare durante la notte, hanno affrontato le organizzazioni armate e hanno impedito qualsiasi avanzata", ha affermato in un comunicato l'istituzione militare. Le unità governative sarebbero riuscite a "mettere in sicurezza diverse zone dopo aver espulso i terroristi. Le più importanti di queste zone sono Qaleet al Madeeq e Maardes. Decine di loro sono morti e gli altri sono fuggiti". Maardes è una cittadina strategica situata sull'autostrada M5, che collega da sud a nord la Siria.

I curdi

Le forze curde, intanto, hanno assunto il controllo delle città di Nubl e Al-Zahraa, oltre a posizioni strategiche parte dell'aeroporto di Aleppo e diversi posti di blocco, dopo il ritiro delle milizie iraniane e delle forze governative. L'avanzata ha provocato un esodo di oltre 50.000 persone verso Al-Ashrafiyah e altre province come Homs e Hama, mentre chi è rimasto ha chiesto aiuto alle autorità religiose irachene. Intanto, le forze turche hanno inviato rinforzi a Manbij, dove il confronto con il “Consiglio Militare di Manbij” sostenuto dalle Forze democratiche siriane (SDF) è imminente. Parallelamente, le forze russe hanno evacuato le loro basi a Tel Rifaat e Menagh, mentre le milizie filo-turche rafforzano le loro posizioni con armi pesanti e carri armati, aumentando i timori di un nuovo conflitto nella regione.

Un'operazione pianificata da anni?

I ribelli di Hayat Tahrir al Sham hanno dapprima messo in atto un attacco su due fronti ad Aleppo e nella campagna di Idlib, entrando due giorni dopo ad Aleppo e assicurandosi una città strategica che si trova sull'autostrada che collega la città alla capitale e alla costa. Ieri sera hanno conquistato almeno quattro città nella provincia centrale di Hama e hanno affermato di essere entrati nel capoluogo di provincia. L'offensiva rapida e a sorpresa è un grande imbarazzo per il presidente siriano e solleva interrogativi sulla preparazione delle sue forze armate. Nulla, però, sembra essere lasciato al caso: l'offensiva dei ribelli, lanciata dalla loro roccaforte nel nord-ovest del Paese, sembra essere stata pianificata da anni. Un segnale più che negativo, soprattutto alla luce del fatto che negli ultimi mesi Hayat Tahrir al Sham sembrava aver calmierato le proprie ambizioni islamiste, in cerca di un maggiore riconoscimento internazionale.

Il legame con il Libano, il ruolo dell'Iran

Gli eventi i corso in Siria, non sono di certo slegati da quanto sta accadendo nel principale teatro mediorientale. L'ondata di attacchi dei ribelli ha fatto seguito a settimane di violenze a bassa intensità, tra cui attacchi governativi alle aree controllate dall'opposizione. L'offensiva è arrivata mentre i gruppi legati all'Iran, in primo luogo Hezbollah nel Libano, che ha sostenuto le forze governative siriane dal 2015, sono rimasti a casa. Il cessate il fuoco nella guerra di due mesi tra Hezbollah e Israele è entrato in vigore mercoledì, lo stesso giorno in cui le fazioni dell'opposizione siriana hanno annunciato la loro offensiva. Parlando dal cuore della città, in piazza Saadallah Aljabri, il combattente dell'opposizione Mohammad Al Abdo ha annunciato che era la prima volta che tornava ad Aleppo dopo 13 anni, quando suo fratello maggiore fu ucciso all'inizio della guerra. “Se Dio vuole, il resto della provincia di Aleppo sarà liberato dalle forze governative”, ha promesso.

La Turchia sta a guardare

La Turchia, uno dei principali sostenitori dei gruppi di opposizione siriani, ha dichiarato che i suoi sforzi diplomatici non sono riusciti a fermare gli attacchi governativi contro le aree controllate dall'opposizione nelle ultime settimane, in violazione di un accordo di de-escalation sponsorizzato da Russia, Iran e Turchia. I funzionari di sicurezza turchi hanno dichiarato che era stata pianificata un'offensiva limitata da parte dei ribelli per fermare gli attacchi governativi e consentire il ritorno dei civili, ma l'offensiva si è estesa quando le forze governative siriane hanno iniziato a ritirarsi dalle loro posizioni.

La Turchia segue da vicino gli sviluppi in Siria, i attesa dell'insediamento di Donald Trump e intanto avvisa gli Usa: "nessuno stato curdo in Siria". Un messaggio chiaro lanciato questa mattina dal ministro degli Esteri di Ankara, Hakan Fidan."La Siria è sensibile per gli Usa ma lo è a maggior ragione per noi. Gli americani conoscono molto bene la nostra posizione. In Siria c'è una organizzazione terroristica (i curdi di Ypg ndr) legata agli Usa, se questi sospendessero il sostegno non durerebbero più di tre giorni.

In questo contesto non è possibile la formazione di un nuovo Stato in Siria. Esiste uno stato curdo in Iraq, autonomo e federato e con l'Ypg non è in buoni rapporti. Il nostro obiettivo primario è mantenere l'integrità territoriale della Siria", ha detto Fidan.

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